Magazine Psicologia

Da ROBO agli Internauti cap.11

Da Roby

Anche se è estate….ROBO ci sorprende sempre !!

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Che razza di freddo….. sarà pure metà gennaio ma non credevo di avere i brividi addosso. Sono già le 20,15 e c’è buio pesto, per giunta quel testone di Marco è in ritardo.

… a saperlo avrei aspettato in albergo invece che gelarmi qui in strada, non passa anima viva e questo silenzio ovattato delle città di provincia mette un po di angoscia.

L’odore pungente della salsedine di inverno, qui sulla costa, mi piace; è una cosa a cui non saprei rinunciare e… l’unica, mi dico, che ancora mi tiene qui fuori ad aspettare al buio.

C’è una leggera foschia data dall’umidità e in distanza si notano appena le luci affievolite dei moli di carico, mi perdo per un pò nei miei ricordi.

Torno ai miei 16 anni quando credevo che il mondo era dei venticinquenni… mille progetti con la speranza di arrivare presto anch’io all’età giusta.

“Ecco”! dicevo sempre: “adesso appena compio 25 anni, inizierò a girare e a discutere di tutte queste cazzate che ci insegnano”…

Ma, puntualmente mi ritrovavo deluso perché surclassato da qualche trentenne che per diritto anagrafico aveva la precedenza su di me…

Ho assistito alla nascita e alla morte di molte idee tra il 1980 e il 2000 e ad ogni compleanno speravo di poter finalmente dire la mia sulla vita e sulle scelte generali che il mondo faceva attraverso i propri leader, scelte che io puntualmente credevo sbagliate……..

Ma, sento dei passi dal vicolo alle mie spalle e torno rapidamente a questa sera, qui fuori con il freddo che mi entra nelle ossa.

Sono passi irregolari… quasi trascinati a fatica… provo un pò di timore, se riuscissi almeno a vedere qualcosa… ecco ecco, si vede un ombra… sembra che barcolli; sarà il solito vagabondo e magari pure ubriaco.

Mi nota e si dirige verso di me… ci mancava questo stasera… Marco stavolta ti gonfio come un pallone!

Eccomi con questo tizio a due palmi da me, sulla cinquantina, barba folta da marinaio sicuramente appena sbarcato dal porto qui a due passi; puzza di alcol da schifo ma sembra innocuo, mi dice qualcosa a stento: “che c’hai… ‘na sigaretta”?….

Pensavo peggio; “non fumo mi spiace” replico subito.

E lui: “a me che mi frega se tu non fumi, io ti ho chiesto ‘na sigaretta per me”….. In effetti non fa una piega, rispondo: “no, no, hai ragione ma, non le porto proprio”.

Ci mette qualche secondo a capire e poi se ne va con la sua andatura barcollante perdendosi nella foschia di questa serata schifosa.

“A me che mi frega se tu non fumi, ti ho chiesto una sigaretta x me…..”

Quel tizio è un genio; in effetti la sua risposta merita rispetto e, anzi, mi spinge a riflettere su di un grande problema, un problema che non riusciamo ancora a risolvere nonostante tutti i nostri progressi:

LA COMUNICAZIONE… noi parliamo, parliamo ma non comunichiamo.

Sembra infatti che tra 2 persone che parlano l’80% dei contenuti va perduto.

Negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘90 fecero degli esperimenti in alcune università per testare le percentuali di apprendimento tra agente e percepiente e cercarono di ottimizzare la cosa creando le condizioni di “minima interferenza”.

Partirono cioè dall’assunto che eliminando al massimo le differenze tra soggetti, lo scambio di informazioni doveva apparire integro e quindi se il soggetto A (agente) diceva ad esempio: “100” il soggetto B (percepiente) doveva recepire: 100; la minima differenza tipo, 99 o 101 (1%) era comunque ammessa come percentuale di tolleranza accettabile.

Ebbene, nonostante si combinarono coppie della stessa età, stessa etnia e sesso, stessa istruzione, stessa area geografica e addirittura dai profili psicologici molto simili….

la percentuale di apprendimento paragonata ad equazioni matematiche era simile solo nel 33% dei contenuti.

Ciò significa che nonostante queste apparenti similitudini tra soggetti, le coppie (stesso sesso) concordavano solo per il 33% su ciò che l’uno diceva all’altro mentre il resto veniva interpretato diversamente e tutto ciò naturalmente, senza possibilità di dare un significato personale alla comunicazione.

N.B.

Le frasi erano prive di qualsiasi simbologia o di cronaca nè si parlava di politica o di economia e tanto meno di costume; si trattava semplicemente di leggere dei testi quasi senza senso critico studiati proprio per eliminare ogni interpretazione emotiva; appunto se uno diceva 100 ad esempio, l’altro doveva capire 100 (99 o 101 sarebbe stato normale) ma, non certo 33…

Le differenze aumentavano quando entrambi udivano alcune frasi recitate loro da un terzo interlocutore.

Il risultato deludente diede vita a tutta una letteratura specializzata sulla difficoltà di comprendere i contenuti nonostante essi vengano diffusi con modalità identiche e questa differenza aumentava, ahimè, di molto tra coppie di sesso opposto.

Gli uomini che non capiscono le donne… sembra sia una realtà scientifica…

Quel marinaio mi ha dato una vera lezione di lucidità e pensare che era pure ubriaco.

Quanto tempo passiamo cercando di farci capire per poi ritrovarci sempre con i soliti deludenti e frustranti dubbi del tipo: Sono io oppure?…

Per convenzione si preferisce pensare che la “colpa” di una errata comunicazione è tutta di chi parla ma, sinceramente, credo che questa sia più un gesto di cortesia ed educazione nei confronti di chi ci ascolta che un reale e dimostrato stato di cose.

In realtà la “colpa” se così possiamo definirla è di entrambi o meglio, di entrambi è, purtroppo, la mancanza delle caratteristiche mentali che dovrebbero favorire una perfetta condivisione dei dati e queste carenze ormai sempre più diffuse a causa dello stato di caos dilagante con conseguente aumento dei livelli generali di stress sono responsabili di incomprensioni familiari, sociali e collettive.

Sono nate addirittura molte guerre nella storia contemporanea per non parlare dell’atavico odio religioso tra popoli, proprio a causa della mancanza di comunicazione corretta e comprensibile a tutti.

Nella saggezza orientale e, soprattutto, grazie agli studi della M.E.R.U. sulla Scienza Vedica è stata data una risposta a questa difficoltà, dimostrando con molta esattezza a cosa è dovuta questa incapacità di capire in egual misura e specialmente di ricordare i contenuti della comunicazione.

La chiave sta tutta nella COERENZA, concetto già accennato nei capitoli scorsi (vedi il 7°).

Un basso livello di coerenza nella nostra mente rende difficoltosa qualsiasi corretta interpretazione e lo stress, manco a dirlo, è il principale nemico della coerenza cerebrale.

Se pensate agli esperimenti sulla transizione di fase (magnetismo) dove un minimo quantitativo di elementi ordinati e coerenti creano istantaneamente ordine collettivo in un sistema caotico e, la conseguente messa a punto dell’esperimento “transizione di fase sociologica” chiamato poi: -

“Effetto Maharishi”, tenuto grazie a 7.000 volontari, ricorderete che si è dimostrato che le onde di coerenza emesse dalle menti dei partecipanti riuscivano a indurre tutta la comunità ad una riduzione dello stress generale e riportare le menti ad una corretta funzionalità data proprio dall’aumento DELLE ONDE DI COERENZA registrate in seguito.

(Cap. 7)

La coerenza riporta la mente al perfetto funzionamento delle sue innate capacità e la comunicazione tra menti coerenti avviene spontaneamente senza errori di interpretazioni soggettive o al minimo della loro tolleranza.

Ci sono molti altri aspetti positivi che una mente coerente riesce ad esternare e soprattutto aspetti che riguardano proprio l’influenza sulla realtà esteriore ed

oggettiva (anche se l’oggettività non esiste).

Se ad esempio provaste………. Un momento; sento di nuovo dei passi dal vicolo… proprio adesso che avevo dimenticato questo cazzo di freddo.

Non mi sembra il tizio di prima, l’andatura è più corretta e spedita ma con questo buio non riesco a vedere ad un metro…

“Dai andiamo” mi urla contro… ma, è Marco….. mannaggia a te, sono morto dal freddo e ti aspetto da mezz’ora testa di rapa….. e lui: “Dai dai che poi ti spiego, ho dovuto aiutare un ubriaco che mi ha pure scroccato un pacchetto di sigarette”……

Buffa la vita….

A presto. ROBO.


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