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Da servo di Pannella a figlio libero di Dio

Creato il 17 giugno 2012 da Malvino
Pannella che si presenta alle riunioni mano nella mano con l’ultimo dei suoi fidanzati imponendolo ai suoi come futuro dirigente o futuro parlamentare, Pannella che conserva in frigo la pipì da bere in favore di telecamere ma dopo averla sterilizzata, Pannella che cerca di impietosire Gaetano Quagliariello mostrandogli le sue nudità provate dal digiuno nel tentativo di impedirgli di lasciare il partito… Danilo Quinto non ha saputo rinunciare al pettegolezzo, con ciò dando gioco facile a chi vorrà stornare l’attenzione da quanto di interessante v’è nel suo libro. Anche lì, daltronde, niente di nuovo, perché come funziona quella che l’ex tesoriere radicale definisce «la più formidabile macchina mangiasoldi della partitocrazia italiana» l’aveva già spiegato, una dozzina d’anni fa, Mauro Suttora in Pannella & Bonino Spa (Kaos Edizioni, 2001).
Anche in quella occasione, dimostrando un notevole controllo di nervi, Marco Pannella e i suoi fedelissimi evitarono di entrare in polemica su quanto più li infastidiva di quel libro (cfr. Cap. IV - «Partito-holding e politica-marketing»), per aprire invece un fuoco di batteria sul tono irriverente col quale lautore aveva maltrattato la biografia del leader radicale e così liquidare il tutto come aneddotica semiseria. Il diversivo funzionò a meraviglia e così accadrà pure con Da servo di Pannella a figlio libero di Dio (Fede & Cultura, 2012).
Qui loperazione sarà molto più agevole. Per vendere qualche copia in più, infatti, Quinto non si è fatto scrupolo di riciclare storielle che erano già note a tutti. Inoltre, esce perdente da un contenzioso giudiziario coi radicali e ne ha un altro in corso. In più, è diventato un ultras cattolico. E poi scrive malissimo. Può darsi voglia espiare la colpa dei suoi trascorsi in quella che definisce una «setta diabolica», ma si è cucito addosso il vestito dellex che vuole vendicarsi di qualcosa. Setta di poveri diavoli, piuttosto, e Quinto avrebbe ottenuto un più efficace affresco della «cosa radicale»raccontando le tragicomiche esistenze dei gregari, le dinamiche psicologiche ed economiche che li hanno resi inservibili ad altro che a una fedeltà cieca, le piccole faide interne consumate in crudeli dispettucci...
Del libro di Quinto abbiamo a disposizione solo i due capitoli anticipati da panorama.it (luscita del volume è annunciata per domani) ma bastano per capire che si tratta di una risistemazione degli articoli che aveva firmato in questi ultimi mesi per labussolaquotidiana.it
Pare che Quinto non abbia le idee molto chiare sul come la sua passata esperienza radicale possa tornare utile al cattolicesimo e di conseguenza si muova in modo ansioso, inevitabilmente scomposto. Vuole demistificare l’immagine che i radicali insistono a dare di se stessi? Va bene, ma chi crede più al fatto che siano degli apostoli scalzi? Vuol dirci che Pannella è un figlio di puttana? E chi non lo sa già? Vuole mostrarci lipocrisia di chi afferma di combattere il Regime e ne è parte integrante? Invece di attardarsi nel pissi-pissi poteva scrivere una storia.


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