Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Sarà anche una frase abbastanza vecchiotta ma penso che proprio questo “aforisma” abbia il potere di rimanere immortale e che evochi in tutti noi, ogni qual volta venga pronunciato, una profonda riflessione su le nostre azioni e su ciò che i nostri gesti, anche i più insignificanti, possano scatenare.
Proprio in questo momento, se avessi il piacere di avere Beppe Grillo davanti a me, se mi trovassi face to face con lui, se avessi il piacere di intraprendere un discorso con la sua persona aprirei le danze proprio con questa citazione. Inizierei proprio da questa frase poiché, nell’ultimo periodo, Beppe non sta gestendo assolutamente bene la sua popolarità e il suo potenziale. Non sta riuscendo a capire che il percorso che ha intrapreso e il “potere” che da esso ne deriva richiede delle grandi responsabilità.
Quando parlo di responsabilità non mi riferisco a grandi cose, non mi riferisco ad un’immensa saggezza, ma a piccoli gesti e a piccoli accorgimenti. Quando hai nelle mani un movimento con milioni di sostenitori devi avere l’accortezza di informarti meglio, di soppesare quello che dici, di pensare 10 volte prima di parlare poiché le tue parole verranno prese come oro colato da migliaia di persone che si fidano di te, che in te credono veramente.
Mentre ascoltavo il discorso di fine anno di Beppe Grillo ero in preda a raptus nervosi che, non so come, controllavano compulsivamente le mie braccia facedomi fare uno strano movimento quasi come se volessi tapparmi le orecchi poiché il mio subconscio si rifiutava di ascoltare delle stupidaggini così colossali. Ci sono stati dei minuti davvero critici nel discordo di Grillo. “La Corte Costituzionale ci ha messo 6 anni per dire se una legge è costituzionale o no” (min 9:19), “non ci vuole un costituzionalista per capire la Costituzione” (min 10:00) e, infine, all’interno della Corte Costituzionale “bisognerebbe mettere dei cittadine estratti a sorte” (min 9:50). Queste sono le balle più colossali che Grillo ha detto durante il suo discorso e che meritano una durissima smentita.
Smentite
Grillo: “La Corte Costituzionale ci ha messo 6 anni per dire se una legge è costituzionale o no.”
Io: “La Corte Costituzionale è un organo super parte. Prima che la Corte possa esprimersi su una legge c’è bisogno che venga interpellata. Nel caso del porcellum la Corte si è espressa esattamente 6 mesi dopo, e non 6 anni dopo, essere stata interpellata. E’ stato l’avvocato Aldo Bozzi di Milano ad interpellare la Corte e ad avviare così l’iter procedurale della Corte.”
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Grillo: “Non ci vuole un costituzionalista per capire la Costituzione… all’interno della Corte Costituzionale “bisognerebbe mettere dei cittadine estratti a sorte.”
Io: “La Costituzione è comprensibilissima a tutti. E’ appunto formata da 19 parole ogni paragrafo che non comportano chissà quali conoscenze. Il compito del costituzionalista è, invece, però, inquadrare ogni singolo paragrafo in un contesto molto più ampio. Un costituzionalista deve appellarsi a più comma e verificare diversi particolari punti. Un compito che non è semplice per un comune cittadino. Proprio per questo la Corte è formata da “specialisti del mestiere”.
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Caro Grillo, errare è umano ma nella tua posizione anche il minimo errore diventa diabolico. Non puoi blaterare un referendum sull’Euro se la Carta lo vieta (articolo 75), non puoi prendere posizioni affrettate e non puoi schierarti contro la sperimentazione animale sol perché è impopolare anche se giusta. Hai un gran “potere”, sfruttalo bene, ma sappi che da “un grande potere derivano grandi responsabilità.