Abbiamo parlato recentemente della scrittrice Dacia Maraini in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro, dove si è inventata una Santa Chiara femminista e anticlericale.
Torniamo a parlarne a causa di un articolo sul "Corriere della Sera". Nel solito pippone tardo-femminista sull'anacronistica festa dell' 8 marzo, la 77enne femminista - da alcuni media "icona della sinistra più becera e fanatica"- ha spiegato che negli USA nessuno si fila questa data, considerata un'ossessione europea. Si lamenta del fatto che nell'America di Barack Obama sta "avanzando una nuova e preoccupante misoginia", fatta di "rutilanti e anonimi insulti verso chi chiede maggiore uguaglianza". Dopo aver sorprendentemente celebrato le "università private" -la maggior parte, suo malgrado, di tipo confessionale- come isole di vero progresso, non poteva risparmiarsi un attacco all'odiata Chiesa cattolica, definendola "immobilista e misogina per tradizione".
La Maraini è una scrittrice non certo una studiosa, altrimenti conoscerebbe gli studi del Henry Chadwick, storico della Chiesa dell'Università di Cambridge, secondo cui "il cristianesimo sembra aver riscosso un successo speciale fra le donne. E' stato spesso attraverso le mogli che esso ha raggiuntole classi elevate nei primi tempi" (H. Chadwkic, "The Early Church", Penguin Books 1967, p. 56). Ma perché questa sproporzione numerica di donne rispetto agli uomini, che permane ancora oggi nel mondo cattolico? Rodney Stark, tra i più celebri sociologi della religione viventi, lo ha spiegato così: "Perché il cristianesimo offriva loro una vita enormemente superiore a quella che avrebbero altrimenti condotto" (R. Stark, "Il trionfo del cristianesimo", Lindau 2012, p. 162)
La Chiesa cattolica (la Chiesa stessa ha un articolo femminile perché -come spiegato da Papa Francesco- "la Chiesa è donna, è madre", è la sposa di Cristo) contribuì infatti a redimere il valore della donna rispetto al passato, ad esempio grazie alla nuova e radicale posizione su alcuni aspetti della vita sociale: perché il matrimonio fosse valido davanti a Dio il volere della donna doveva essere sincero. Il laicissimo storico del medioevo, Jacques Le Goff, ha ricordato: "Credo che tale rispetto della donna sia una delle grandi innovazioni del cristianesimo; pensiamo alla riflessione che la Chiesa ha condotto sulla coppia e sul matrimonio, fino a giungere alla creazione di tale istituzione, ora tipicamente cristiana e, cosa fondamentale, un atto che non può realizzarsi se non con il pieno accordo dei due adulti coinvolti [...] Il matrimonio diventa impossibile senza l'accordo dello sposo e della sposa, dell'uomo e della donna: la donna non può essere data in matrimonio senza il suo consenso, essa deve dire sì".
Non solo, ricordiamo la proibizione dell'adulterio anche per il marito, il rispetto della vedovanza delle donne e della loro eventuale infertilità, non più vista come malattia. Proprio recentemente il prof. Miguel Gotor, docente di Storia moderna presso l'Università di Torino, ha spiegato che i cristiani "hanno prevalentemente costruito un modello cognatizio che consente il trasferimento della parentela e della relativa eredità in ugual misura sia ai maschi sia alle femmine". Tali relazioni "proprie del cristianesimo hanno favorito una progressiva parità tra uomo e donna".
Per chi volesse approfondire è possibile consultare il nostro dossier storico su questo tema. La Chiesa cattolica tradizionalmente ha favorito la parità tra gli uomini e tra l'uomo e la donna, le femministe dovrebbero iniziare a studiare, non è mai tardi anche ad una certa età, e mettere da parte i pregiudizi sessisti.