Magazine Cultura

Dal Libro al Film: La ragazza con l'orecchino di Perla

Creato il 27 aprile 2012 da Dida

La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevallier è un romanzo che ha spaccato in due critica e pubblico. Da un lato, infatti, c’è chi ha apprezzato la scrittura, la storia e l’intenso ritratto che l’autrice ci restituisce di Vermeer e della Delft del ‘600, ma dall’altro c’è anche chi ha trovato questo libro piatto e noioso. Chi infatti si aspettava in “La ragazza con l’orecchino di perla” un romanzo avvincente e dal ritmo incalzante ha visto deluse le sue aspettative. A mio parere la bellezza di questo romanzo sta proprio nella sua delicatezza e nel ritmo sapientemente cadenziato dai silenzi dei suoi protagonisti. Il film del 2003 con Colin Firth e Scarlett Johansson, che ha perfettamente reso l’atmosfera e le intenzioni del libro, è stato decisamente più apprezzato forse perché quello che Chevallier ha tentato di fare nel suo romanzo è più semplice da apprezzare sul grande schermo. Dal Libro al Film: La ragazza con l'orecchino di PerlaIl romanzo: Quando penso al romanzo di Tracy Chevallier la prima cosa che mi viene in mente è “luce”. Quella luce piena, a tratti rarefatta, che illumina in modo limpido e senza timore un personaggio o una figura in un quadro del ‘600. I personaggi che ci presenta la Chevallier, infatti, vengono continuamente messi a fuoco, e riposti fuori fuoco, venendo indagati da questa luce che tenta di penetrare i loro pensieri.Dal Libro al Film: La ragazza con l'orecchino di PerlaL’autrice, quindi, è come se nel suo romanzo ci restituisse un’immagine apparentemente chiara e nitida dove dei personaggi pensiamo di saper già tutto, ma mettendone a fuoco i singoli tratti, osservandoli nella loro quotidianità e indagando i loro pensieri, più che le loro parole, possiamo realmente scoprili. Forse è questo tipo di atmosfera che non è stata particolarmente gradita da chi ama i romanzi scanditi e ben cadenziati, dove il ritmo della storia è un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni. Personalmente, se il romanzo è scritto bene, preferisco di gran lunga questo tipo di svelamenti a contagocce rispetto a quelli dal ritmo più sostenuto, che spesso tendeno a far perdere la bellezza dei particolari di storia e protagonisti. Dal Libro al Film: La ragazza con l'orecchino di PerlaIl film: Il film, invece, per esigenze di “genere” ha dovuto necessariamente prendersi qualche libertà in più e rendere il ritmo della narrazione un po’ più sostenuto. Anche se l’uso della luce, dei giochi d’ombra e dei lunghi silenzi dei protagonisti hanno decisamente aiutato a rendere l’atmosfera rarefatta e apparentemente immobile del libro. Il film di Webber, infatti, grazie a un sapiente uso della fotografia, che ha fatto guadagnare al film un premio Oscar, aiuta lo spettatore a calarsi in questa atmosfera sospesa e silenziosa dove i personaggi, come gli abitanti di un dipinto, mostrano solo allo spettatore dall’occhio attento le loro mille sfaccettature. Le interpretazioni della Johansson e di Colin Firth, infine, sono la ciliegina sulla torta di un film decisamente da vedere. Per “La ragazza con l’orecchino di perla” la visione del film non pregiudica la lettura del libro e viceversa. La stessa storia, infatti, viene raccontata con le stesse intenzioni e  veicola lo stesso tipo di messaggio, ma è declinata secondo i modi e gli usi delle due arti. E voi? Cosa ne pensate?Alla prossimaDiana 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines