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Un po’ di tempo fa, avevo scoperto l’esperimento di due giovani autori francesi, che avevano deciso di scrivere un romanzo a puntate, per pubblicarlo poi su l’iTunes Store di Apple.
Attenzione: non sull’iBookstore, vale a dire la “libreria” della società di Steve Jobs.
Le puntate della storia infatti, non erano semplici file di testo, convertiti nel formato epub (come è invece necessario quando si sceglie di pubblicare appunto sull’iBookstore), bensì un’applicazione. Come se si trattasse di un software, esatto; solo in quel modo si riesce ad accedere all’iTunes Store.
La loro idea non era solamente di pubblicare: bensì di rendere disponibili al download sull’iPhone o iPod touch i diversi capitoli (alcuni del tutto gratuitamente, altri a pagamento), e indurre i lettori al commento, alla critica.
L’aspetto interessante è che i lettori non si sono fatti pregare: chiamati a raccolta dai due autori, non hanno lesinato critiche e/o commenti, diventando preziosi protagonisti nello sviluppo della storia.
Alcuni protagonisti (brevemente: la storia si svolge nel 2017, in una Francia al collasso e con le risorse energetiche al lumicino), hanno assunto uno spessore imprevisto e imprevedibile, altri sono usciti di scena senza far troppo rumore.
La critica a questo modo di agire: non si può permettere al lettore di mettere becco nell’opera dell’autore.
Chi la pensa così non conosce un paio di cose. La prima: Charles Dickens in fondo agiva così. Scriveva per i giornali, e poi “ascoltava” l’umore del pubblico. Quel personaggio era piaciuto? Benone! Troppo ridicolo e retorico? Allora, via!
La seconda cosa che non sa: non di rado ci sono tra i lettori, intelligenze e sguardi capaci di indicare a chi scrive pregi e difetti che lui ovviamente non può cogliere. Non è un problema di incapacità, o scarsa attitudine alla scrittura.
Dostoevskij leggeva i suoi racconti nei circoli letterari di San Pietroburgo: e perché diavolo lo faceva? Per ricevere esclusivamente complimenti, oppure per avere critiche e consigli?
Come si vede, l’immagine dello scrittore puro, che si chiude nelle segrete di un castello a scrivere il suo capolavoro, lontano da tutti e da tutto, è falsa. Resiste solo in questo Paese dove nessuno legge, nessuno si sogna di imparare qualcosa, e un mucchio di persone “sa”.
Tornando adesso all’argomento del post.
Sul loro sito appare la notizia dell’edizione cartacea (e riscritta: l’editing fa la sua parte eccome), in vendita sulla versione francese di Amazon. Il loro editore è Robert Laffont, che pubblica Jean d’Ormesson e Ken Follett.
L’aspetto strambo? Che al momento non si vede alcuna versione digitale del romanzo…