Dal ponte delle tette alle fondamenta del buso. Esattamente quello che avete letto :)

Da Lacucinadiqb


In Parlamento giace da anni oramai, forse unico paese europeo, una legge contro l'omofobia ovvero la necessità di una nazione che un proprio legislatore codifichi quanto di più logico possa esserci.La Treccani alla voce omofobia cita: "paura dell'omosessualità, sia come timore ossessivo di essere o scoprirsi omosessuali, sia come avversione all'omosessualità".
La bieca ignoranza di certe persone fa si che questa "paura" si traduca in atti di una violenza inaudita, mai abbastanza condannati, mentre a Venezia, nel '500, il Gran Consiglio optò per soluzioni meno violente, sulla scia della tolleranza e "contaminazione" distintive della città lagunare, ovvero l'apertura alle Cortigiane.

La concorrenza si combatteva a colpi di marketing palese così dal Ponte delle Tette le signore si affacciavano alle finestre con i seni scoperti in modo da "distogliere gli uomini dal peccare contro natura". Il tour partiva da San Cassiano per arrivare a Rio Terà delle Carampane (nomignolo con cui venivano chiamate le prostitute dall'età avanzata ma non trascorsa) e appunto al Ponte delle Tette. Mentre a due passi da Rialto ci si imbatteva in Rio del Buso: la toponomastica veneziana non ha mai dato adito ad equivoci.La loro professione era sottoposta a dazio e regolamentata in ogni modo e se da un lato c'erano le povere donne che si davano via per pochi denari alcune delle figure più colte e rispettate - "oneste" - del XVI secolo erano proprio delle cortigiane, come la bellissima Veronica Franco, di nascita borghese, famosa anche per i suoi sonetti e le sue poesie. Suoi corteggiatori furono Marco Venier e Enrico di Valois, figlio di Caterina de' Medici, che ricevette la corona di Francia. Veronica sfidò a duello all'arma bianca un sfrontato e anonimo autore di alcuni versi che la offendevano violentemente: scoprì la sua vera identità e gli dedicò oltre duecento versi che si rifacevano, nella metrica, al galateo cortese, ovvero al fatto che non era "ardito per un cavalier colpire una donna".

Ovviamente più di qualcuno cercò di ostacolare la loro attività e soprattutto l'influenza che alcune di queste donne avevano, anche da un punto di vista politico, ma i governanti della Serenissima più che reprimere la prostituzione hanno sempre cercato di controllarla o, meglio, regolamentarla, prendendo ad esempio anche gli scritti di Tommaso d'Aquino e di Sant'Agostino. Addirittura nel 1413 si presentarono al Senato veneziano gli studenti dell'Università di Padova chiedendo che i proventi del dazio che gravava sulle meretrici di Venezia fosse impiegato per assicurare all'ateneo due famosissimi e costosi professori di diritto. E il Senato acconsentì, precisando tuttavia che questo non doveva in alcun modo far lievitare la tassa pagata dalle prostitute. Come dire: allora i governanti facevano poche puttanate.
Créme brulèe al pistacchio
Ingredienti500 ml di latte crudo, 500 ml di panna fresca, 60 gr di pasta di pistacchi, 150 gr di zucchero zefiro, 10 tuorli bio o 1, zucchero di canna grezzo.
ProcedimentoScaldare il latte con la panna, 90 gr di zucchero e la pasta di pistacchi (l'alternativa è frullare per almeno 10' ad una velocità costante 80 gr di pistacchi freschi fino ad ottenerne appunto una pasta verde, un po' oleosa morbida). Portare ad ebollizione avendo cura che la pasta si sciolga bene nel liquido.Sbattere appena i tuorli con lo zucchero rimasto e unire il liquido caldo sempre sbattendo.Versare il composto nelle minitortiere Staub di 12 cm di diametro e infornare nel forno già caldo a 120° per circa 30', fino a quando la crema si addensa.Lasciar raffreddare e poi far riposare in frigo fino al momento di servirla quanto, dopo aver coperto la superficie con lo zucchero di canna, lo si "brucerà" con il cannello.


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