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Dall’Arabia Saudita all’Egitto, se tocchi il potere o l’Islam, muori!

Creato il 05 gennaio 2013 da Iljester

bassem-youssefNon c’è pace per i liberali nel mondo islamico: continuano a finire in carcere per aver criticato il dittatore di turno oppure condannati a morte per apostasia, semplicemente per aver detto la loro sull’Islam o sulla polizia religiosa.

Come è successo al giovane blogger saudita, Raif Badawi, che ha avuto la sacrosanta ragione di attaccare sul suo blog la muttawa, la polizia religiosa che imperversa in Arabia. Il 6 dicembre 2009 il ragazzo è stato arrestato senza motivazione ufficiale, ma subito si è pensato alle sue parole coraggiose, e di recente è stato condannato a morte per apostasia (proprio un mese dopo che il Re dell’Arabia Saudita aveva inaugurato un centro sul dialogo interreligioso in Austria!). 

Iniziative

Dall’Arabia Saudita all’Egitto, se tocchi il potere o l’Islam, muori!

Dopo giorni di silenzio, un messaggio su Twitter per dire che Raif era vivo, poi ancora più nulla. Adesso si teme davvero per la sua vita. Perciò, noi del “Il Jester” ci facciamo volentieri portavoce di una petizione per tentare di salvarlo.

Un altro ancora più recente caso è avvenuto nell’Egitto che la “Primavera Araba” ha “liberato” dalla dittatura di Mubarak l’anno scorso. Un noto comico di satira politica, Bassem Youssef, è stato iscritto nel registro degli indagati, per aver “insultato” il presidente Fratello musulmano Morsi ed averne “compromesso il prestigio”.

E anche se l’avesse fatto? Morsi ha già compromesso da solo il proprio prestigio, prima nominando come comandante delle Forze Armate colui che aveva giustificato le molestie delle manifestanti a Piazza Tahrir, poi prendendosi praticamente tutti i poteri come e peggio di Mubarak, promuovendo una Costituzione che calpesta i diritti delle donne, dei cristiani e la libertà d’espressione, infine minacciando dal punto di vista legale coloro che vi si oppongono. Quella stessa Costituzione – aggiungo – che vieta inoltre di insultare i Profeti, e che sicuramente sarà usata per bloccare ogni parola di dubbio o di critica costruttiva sull’Islam, sulla figura storica di Maometto, e a discapito dei cristiani.

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Ma se la nuova Costituzione egiziana proibisce di insultare i Profeti (la considerazione seguente mi è stata suggerita da quanto scritto da un’amica musulmana di nascita), e se Bassem Youssef viene indagato per aver ingiuriato Morsi (chissà se poi sono veri insulti), allora l’attuale presidente egiziano integralista si pone sullo stesso piano di un profeta?


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