Magazine Salute e Benessere

Dalla parte del DCA

Creato il 16 gennaio 2015 da Ariannarossoni

Ve lo avevo anticipato a dicembre sulla mia pagina di Facebook: quest’anno abbiamo una nuova ospite su Alimentazione in Equilibrio.

Ve la presento. Si chiama Laura, studia in ambito scientifico, e ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare. Mi ha scritto qualche mese fa dopo avermi conosciuta attraverso il sito. Abbiamo scambiato qualche mail, e -colpita dal suo modo di affrontare il DCA- le ho chiesto se le andasse di condividere la sua esperienza con i miei lettori. Da qui, la scelta di aprire una vera e propria rubrica su questo delicato argomento.
Perché un conto è quello che “la dietista dice” (o la psicologa, come ci insegna Martina nella sua serie di articoli).
Tutt’altro conto è dire “ehi, ci sono passata. So come è. Ti dico come ho fatto io”.

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Lascio la parola a Laura e alla sua presentazione.

*** *** ***

Ciao a tutti, eccoci finalmente qua.

Sono Laura e questo piccolo nuovo spazio nasce da un’idea di Arianna per aprire un nuovo capitolo dentro il suo bellissimo sito Alimentazione in Equilibrio.

Mi presento dunque! Sono Laura e ho sofferto anni fa di un DCA o, per chi non lo sapesse, di un Disturbo del Comportamento Alimentare. Piu’ precisamente ho sofferto di anoressia restrittiva, seguita da un Binge Eating Disorder, ma siamo tutti al corrente che le sfaccettature di un DCA possono essere molte, più o meno evidenti. La malattia mi ha colpito nel pieno dell’adolescenza, lasciandomi un vuoto molto profondo, delle ferite, e anche il rammarico di avere perso molto tempo, e anni che forse avrebbero potuto essere molto più spensierati.

Ma poi ne sono uscita. Non so neanche io bene come. Non sono stati tanto gli aiuti esterni nel mio caso, quanto il famoso “toccare il fondo” e riemergere. Mi è servito andare in università, iniziare una nuova vita, intraprendere nuovi percorsi, e conoscere gente nuova che di me ne sapeva poco o nulla, e poco era interessata a giudicarmi. E’ stato quasi dimenticare. Il mio corpo giovane si era ripreso abbastanza velocemente, e nessuno poteva immaginare.

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Ma non si era ripresa la mente. Io lo sapevo, l’ho sempre saputo: nella testa rimarrà quel pensiero un po’ ossessivo di controllo, che si acutizza in momenti di stanchezza mentale e stress psicofisico. Si è consapevoli che si rimane un po’ – concedetemi il termine – “speciali”, con quella sensibilità eccessiva, e ossessiva, che manifesta nel controllo il suo potere estremo.
Eppure, con il tempo, si impara a gestirlo, a tenerlo a bada, a concentrarsi anche su altro, a prendere forza da quello che la vita ti regala. Come con un bambino capriccioso.

In un momento difficile della mia vita, a distanza di piu’ di 10 anni, ho sentito che il DCA si stava di nuovo impossessando di me, della mia vita e delle mie energie. Volevo controllare il cibo, per dominare una vita faticosa stava crollando. Ho visto subito la preoccupazione nelle persone intorno a me, di chi mi vuole bene, la paura di riaprire vecchie ferite. Ho litigato con molti, ho pianto, ma poi ho capito. Ho capito che si trattava solo della malattia, e che io dovevo reagire subito. Così ho fatto.

Per “trovare un senso” ho iniziato a studiare ed informarmi di nutrizione e alimentazione. Peraltro sono una biologa e, marginalmente, mi sono occupata di nutrizione e suscettibilità alle malattie. Non è stato difficile documentarmi: con le mie nuove certezze ho deciso di intraprendere un nuovo regime alimentare, anche migliore di quello che avevo prima della malattia, e che si riallaccia fondamentalmente alla nuova “dieta mediterranea rivisitata”, con cereali integrali, legumi, verdure, frutta, farine integrali, pesce, semi oleosi, piatti colorati… Più leggevo più mettevo in pratica, più capivo. Vedevo i benefici sul mio corpo e sulla mia mente.

Ma volevo fare di più. Tramutare la mia esperienza di dolore in qualcosa di concreto, un aiuto per gli altri.
Ho iniziato l’avventura di un blog, che si chiama Dialoghi in Cucina, per raccontare questa esperienza, condividere i miei pensieri, le mie battaglie (non è mai facile!), le mie ricette.

Navigando di blog in blog ho scoperto il sito di Arianna, ci siamo sentite ed è nata questa collaborazione. Ovvero scrivere di “alimentazione con gli occhi di un DCA”.
Ovviamente non sono nutrizionista, né psicologa: i disturbi alimentari non sono diete “un po’ eccessive”, ma dolori profondi del corpo e dell’anima; le persone che ne sono affette devono assolutamente rivolgersi a personale di esperto, devono volerne uscire in prima persona, e anche accettare di essere aiutate.

Però però però. Esiste un dopo il DCA, esiste la lenta convivenza.
convivenza, perché io penso che da un DCA non se ne esca mai al 100%. Si possa imparare a gestirlo, a conviverci, a fare autoironia. A volte quasi a guardarlo con distacco e a dire “io ce l’ho fatta”. Ma rimane sempre lì, latente. Non per forza in agguato, anzi!, ma presente.

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Quello che Arianna mi dedicherà sarà uno spazio nel quale parlerò di alimentazione e cibo dal punto di vista di chi ci è passato, di chi -magari- può suggerire come affrontare certe situazioni perché le ha vissute sulla propria pelle (ad esempio una cena con gli amici, o il pranzo di Natale).
Io e Arianna vorremmo creare un luogo dove aiutare chi sta combattendo la propria lotta, ma anche dove dare suggerimenti a chi si trova a convivere con una persona cara affetta da DCA (figlio, partner, amico).
Cosa è meglio dire o non dire a chi soffre, come dire certe cose, come affrontare certe situazioni.

Vorrei anche affrontare tematiche specifiche, comportamenti e “nuove ossessioni” tipiche di chi è uscito e oggi combatte con un DCA. Scoprirete cosa abbiamo in serbo per voi strada facendo!

I miei consigli non saranno quelli di una psicologa o di una nutrizionista: non vi dirò cosa mangiare o cosa non mangiare per la vostra salute, non indagherò le cause della vostra malattia. I miei saranno pensieri e suggerimenti di carattere emotivo ed emozionale: io ci sono passata. So com’è.

Se la rubrica vi interessa, sono pronta anche a ricevere i vostri suggerimenti, o le vostre curiosità: mi piacerebbe davvero questa fosse un’altra piattaforma di scambio, e di dialogo.
Perché il dialogo è centrale alla sconfitta di un DCA. Sentirsi connessi. Non sentirsi soli.

Laura di dialoghiincucina.com.


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