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Daniela Monreale. Gli occhiali di Spinoza.

Creato il 16 luglio 2011 da Fabry2010

Daniela Monreale. Gli occhiali di Spinoza.

Daniela Monreale. Gli occhiali di Spinoza.

UN’ENERGIA DOLCE E FEROCE
di Mario Fresa

Impaziente e dinamicissima, la poesia di Daniela Monreale agisce costantemente sul ciglio di una sospesa dimensione dai tratti scivolosi e imprendibili, nei quali convivono e si mostrano, con nervosa alternanza, l’azzurro geometrico di un felice, momentaneo Eliso e i turbamenti di una curiosità estenuante, sempre animata da una mobile e pulsante agitazione. Non vi è drammatismo, tuttavia, perché le situazioni e le vicende narrate da questa sensibile voce poetica si inseriscono nel corpo della parola con un senso di fluida, ariosa e «lieta» naturalezza, movendosi nella prospettiva di una visione fortemente spiralica e circolare, e tendente, perciò, a un eterno, irrefrenabile autorinnovamento ciclico: dunque tutto, nei versi della Monreale, germina e si trasforma, e quindi appare e si nasconde, e muore, e poi risorge; e lo sguardo si abbandona a tale impetuoso flusso di nomi, di circostanze e di immagini (denso di affetti, di sorprese, di colori, di attese e di ricordi) secondo lo spirito del Wu Wei, saggiamente avvertendo ogni singolo istante della vita non più come «buono» o «cattivo», ma solo come un passaggio necessario, che mai dipende dalla «nostra» volontà, e che, invece, è incluso oggettivamente in un corso superiore, fluttuante e libero, pronto ad accogliere tutto e a superare e a distruggere tutto nell’implacabile suo movimento. La raccolta di Daniela Monreale possiede la grazia e, insieme, la vorticosità di una suite musicale: gli alati e nervosi tempi di danza che la percorrono fanno emergere sequenze e pulsioni contrastanti (sapidi sorrisi; malinconie impreviste; speranze rinnovate; incalcolati scoramenti) nelle quali resiste e si ravviva, incorruttibile, un’energia dolce e feroce che invita sempre alla resistenza e alla purezza: ed è così che lo stesso poeta, vinto dal sogno della bellezza che lo circonda e lo attraversa, può finalmente arrendersi all’amoroso fiume degli eventi realizzando il suo dolce, segreto desiderio di far coincidere, per una volta, la scrittura e l’esistenza.


CIRCUMNAVIGAZIONE

ESERCIZI DI PIETÀ

Poi un giorno cadi e provi a chiamare,
e le reti cedono, e tu pure, e le ginocchia
a quarantacinque gradi, scivolando ti arriva l’insight
e calcoli quante giaculatorie quante novene inutili,
la moviola del tempo creduto eterno,
ci sei quasi ci sei poi un giorno ti prende la paura
e sei daccapo mentre acute pungono le risate.
È così la leggenda nera, pensi esattamente
quando ricordi quel momento
mentre spegni il volume sul soldato sgozzato
ripreso a festa tra le tue posate pulite, è così
è così l’esperienza insostenibile,
e il vuoto si confonde con l’eccesso di lacrime
e pugni al diaframma, il lago delle memorie può
strepitare e a nulla vale.

Sul crinale si sbilancia un po’ l’andatura,
ma è radioso il mattino su questa conca isontina,
sotto non li vedo, ma i morti di Kobarid
scendono a valle cantando felici.

LA CURA DELLA TIGRE

DISCO ROTTO
(almeno essere presa sul serio)

Il grafico delle voci è monotono,
difetta la distinzione dei suoni,
tutta colpa della melodia
conosciuta a memoria,

sebbene Pitagora dicesse che l’universo fosse
un immenso monocorde.

Sarà, ma se non vibra
dentro una cassa armonica che lo accolga,
diventa un ronzio d’auto
sulla rampa.

E intanto voglio che tu mi ascolti,
con tutti i tuoi chakra aperti
e le antenne sintonizzate,
malgrado l’intenzione
e la tua coscienza a posto,
malgrado le orecchie
e il pendolo del volto.

Daniela Monreale, Gli occhiali di Spinoza, con dipinti di Celeste Di Luca
Edizioni L’arca felice collana Coincidenze 2011



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