De Montezemolo/2

Esagerano i giornali – certi giornali – a enfatizzare le parole pronunciate da Montezemolo venerdì, quasi fosse un chiaro annuncio di “discesa in campo”, ma esagera, probabilmente, anche il Post a dare per scontato l’esatto contrario. Nel 1993 tutto iniziò con l’innocente – all’apparenza – endorsement di Berlusconi a Gianfranco Fini, candidato a sindaco di Roma. Già prima una serie di sondaggi per carpire gli umori della gente, successivamente la creazione del partito-azienda: il berlusconismo nacque in men che non si dica. Montezemolo e Berlusconi vengono dallo stesso mondo, ma sono due personaggi diametralmente opposti. Più sobrio e attendista il primo, più esuberante e impulsivo il secondo. Ciò non vuol dire nulla, per carità. Ma le considerazioni che apparivano certezze mesi fa, oggi possono dirsi se non altro ridimensionate. Altro paio di maniche è stabilire se Montezemolo sia l’uomo che manca alla politica italiana. In tanti sostengono di no e qui valgono le considerazioni di allora. L’Italia politica deve saper produrre di meglio, in ogni caso.