Un uomo di 75 anni è deceduto in seguito ad una trasfusione di sangue all'ospedale di Cosenza
I casi di mala sanità, purtroppo, non finiscono mai. Ultimo, in ordine di cronaca, il decesso di un uomo di 75 anni, avvenuto in seguito ad una trasfusione di sangue all’ospedale di Cosenza. I familiari hanno presentato una denuncia sulle cause del decesso e una in cui si chiede di accertare altri reati tra cui l’omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale ed incaricato di pubblico servizio, omissione di referto e favoreggiamento.
“E’ inaccettabile che una persona che, per oltre 20 anni, ha gestito una patologia come la leucemia cronica linfatica possa morire a causa di una “semplice” trasfusione contaminata da un batterio – commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - Per questo chiediamo che siano individuati e perseguiti i responsabili di questa assurda vicenda, anche perché l’episodio non sembra essere isolato anzi potrebbero esserci stati altri due casi all’interno della stessa struttura legati a trasfusione di sangue infetto. E se ci sono sospetti di irregolarità in altri centri chiediamo l’intervento prezioso dei Nas, per scongiurare rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini”.
“Quanto accaduto all’ospedale di Cosenza sottolinea ancora una volta la necessità di garantire una tempestiva, uniforme ed efficace azione di qualificazione del nostro sistema trasfusionale nazionale: non possiamo continuare a sottoporre i cittadini a rischi come questi. Proprio per questo chiediamo al Ministero della Salute di garantire e verificare che tutte le Regioni implementino concretamente, entro il 31 dicembre 2014, quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica”, anche al fine di equiparare il nostro sistema trasfusionale agli standard previsti dalla normativa comunitaria. Ricordiamo che proprio per questo processo sono state assegnate alle Regioni specifiche risorse economiche”.
“In base ad alcune notizie apprese a mezzo stampa, ci risulta che le sacche di sangue utilizzate dall’ospedale di Cosenza fossero acquistate all’esterno e che su queste non venisse effettuato alcun controllo da parte della struttura sanitaria – afferma Ludovico Criserà, segretario regionale di Cittadinanzattiva Calabria – Una situazione che, se confermata, ci preoccupa molto perché certifica un sistema di approvvigionamento da parte della struttura in questione al di fuori di ogni controllo e senza garanzie per i cittadini”.