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Dedicato agli amici della Coop

Creato il 25 settembre 2011 da Arvales @ArvalesNews

Rosso scuro quasi neroDevo dire che ne ho conosciuti pochi di quelli senza virgolette.
Giusto per intenderci, gli amici della Coop senza virgolette assomigliano al protagonista dell’ultimo spot pubblicitario della CONAD: quell’uomo che allontanandosi dopo aver chiuso il negozio si volta a guardarlo come se stesse uscendo da casa sua…  Forse c’è qualcosa che non funziona in quello che ho appena scritto, oppure c’è qualcosa che non funziona nella Coop, ma c’è anche la possibilità che io abbia qualche problema con le “virgolette”. Prima o poi ci scriverò su questa storia del come e del perché sento il bisogno mettere le “virgolette” a certi termini, non fosse altro che per capire cosa cazzo mi passa per la testa…
Se dovessi dare un nome e un cognome a un vero amico della Coop, tra i dirigenti che ho conosciuto in quasi tre anni di collaborazione, me ne viene in mente solo uno: Renato Pucci. Quando l’ho conosciuto, ero ancora innamorato di quella “Figlia del lavoro di un padre nobile“; uno stato d’animo che è durato finché ho cominciato a fare i conti con “la madre puttana” della Coop: la politica, i politici, quelli che comandano la parte “quasi nera” della piramide. Oltre a farmi percepire con estrema chiarezza cosa significa essere un cooperatore, Renato mi ha fatto capire che anche il mio essere “amico” della Coop, aveva le virgolette. Che ci crediate o no, nel mio caso le “virgolette” erano contingenti alla necessità di lavorare. Sono comparse quando mi sono trovato davanti alla scelta di fare la cosa giusta o quella opportuna e, invece di andarmene, ho continuato il mio rapporto con la Cooperativa. Anche se non può cambiare ciò che è stato, scrivere questo racconto mi è servito per capire a fondo i miei comportamenti e quelli dei colleghi che hanno condiviso questa esperienza. Ma c’è un’altra ragione per la quale ho deciso di pubblicare il racconto all’interno della raccolta I calzini del Cardinale, e voglio che gli amici della Coop la conoscano da me, prima che qualche “amico” ci speculi sopra. La ragione per cui l’ho pubblicato è puramente economica. La faccio breve: vanto dei crediti e spero che la diffusione gratuita di questo racconto, mi aiuti a vendere delle copie del libro di cui è parte. E poi mi piace l’idea che qualcuno possa leggere quello che ho scritto senza spendere un soldo: se gli piacerà quello che scrivo comprerà il prodotto, altrimenti lo lascerà sullo scaffale. Marketing etico, verrebbe da osservare…

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I calzini del cardinale - Racconti
Rosso scuro quasi nero è tratto dalla raccolta di racconti I calzini del Cardinale.

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