Alberto Stasi dovrà ricominciare tutto da capo. La Cassazione ha accolto infatti il ricorso della procura di Milano.Il delitto di Garlasco, che aveva suscitato tante polemiche e attenzione da parte dei media, torna a farsi sentire come se non dovesse finire mai. Stasi si dice “Dispiaciuto e incredulo”. Incredulo, perché lo stesso Stasi era stato assolto non una ma ben due volte. La prima assoluzione in primo grado e poi in appello, nel 2009 e poi nel 2011. ”Solo indizi, nessuna prova”, così avevano commentato i giudici. Le sue scarpe immacolate, il dna di Chiara sulla sua bicicletta, il computer sotto sequestro: nulla ha portato a conclusioni precise.
Ma ora, la svolta, che riporta Stasi nelle aule di giustizia.
L’omicida di Chiara Poggi “doveva conoscere bene non solo la vittima, ma anche la sua abitazione. E se questo non conduce necessariamente ad Alberto Stasi, è anche vero che dagli atti non risulta ci fossero molte altre persone sotto Ferragosto a Garlasco e soprattutto che avessero un movente”.
Questo uno delle motivazioni principali che sta dietro alla decisione della Cassazione.
Ci sarà dunque un altro appello, ripartendo da zero, presso la Corte d’Assise d’appello di Milano.
La famiglia di Chiara si esprime tramite le parole di Rita, la madre: “Finalmente qualcuno ci ha creduto, noi non abbiamo mai smesso di farlo, di chiedere verità per nostra figlia”.
In un processo che, come tanti, diventa un evento mediale, la ricerca della verità appare però sbiadita e lontana.
Annullata l’assoluzione al secondo appello, si ricomincia.

Foto Nina^, licenza CC NC-SA, modificata




