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Democrazia trucco e parrucco

Creato il 09 marzo 2014 da Albertocapece

Camera - Question timeAnna Lombroso per il Simplicissimus

Contagiata della giovanile e smaniosa irruenza del premier la presidente della Camera è ottimista, certa che “domani  si esauriranno i lavori” sulla legge elettorale alla Camera. “Ce lo auguriamo fortemente, e siamo organizzati perché nella giornata il percorso si esaurisca”, ha assicurato a In mezz’ora,  intervistata dalla sua vecchia amica Lucia Annunziata “Abbiamo ancora 100 emendamenti da votare con i tempi contingentati per circa otto ore”, ha aggiunto. “Certo, quando i gruppi chiedono un aumento dei tempi viene concesso. Succederà ancora perché la posta in ballo è alta ed è giusto. E’ una giornata cruciale per il Paese”.  Perciò c’è la ferma intenzione di superare gli ostacoli e trovare un’intesa sulla questione di genere, che non deve diventare oggetto di  scambio tra i partiti, e la cui soluzione negoziata potrebbe fare dell’Italia, su quel punto, “l’apripista per la prima volta”.

La democrazia può stare tranquilla. Con piglio da preside, la Presidente è determinata a fare presto e bene per contrastare innominabili, e infatti innominati e non attribuiti per leggiadra eleganza, populismi, quelli “trovatelli” di qualche intemperante che continua a dare spettacolo di sé in Parlamento. E guarda positivamente alla giornata di domani, epocale se l’Italia potrà fare da apripista sulle quote rosa, lei che è a tutela delle garanzie delle cittadine e dei cittadini. Purché la pensino come la maggioranza, altrimenti è chiaro che si schierano, da disfattisti, contro le istituzioni e lo Stato.

Perché, per chi non lo sapesse, oltre all’Europa è lo Stato, che parla per voce un po’ querula di Boldrini,  che vuole che si negozi con l’avversario anche se è un condannato, per reati contro lo Stato medesimo, che pensa che per tagliare gli sprechi basti tagliare una Camera,omettendo che  le istituzioni si dovrebbero riformare per funzionare meglio, non perché sono costose.

Sarebbe sempre lo Stato a dettare l’urgenza di una legge elettorale che così come è stata disegnata importa  solo alle organizzazioni – i due partiti azienda intenti a diventare uno solo – che ragionano sulla base dei loro interessi e dei sondaggi e sulla necessità ineludibile di far fuori gli antagonisti minori e  giocarsi la partita su un solo tavolo, il loro.

È ancora lo Stato che vuole impedire che i cittadini conoscano e scelgano i loro rappresentanti uomini o donne che sia, in modo che eleggano funzionari incaricato di mansioni notarili, per approvare le decisioni implacabili di governi calati dall’alto, in modo che fiscal compact e provvedimenti che hanno via via cancellato la sua stessa sovranità e quella del popolo diventino l’esempio da imitare.

Povero Montesquieu  persuaso che i cattivi costumi si cambino solo con i buoni costumi non con le leggi, perché sono i cattivi costumi a inquinare il funzionamento delle leggi.

Qui ormai vigono cattive leggi che replicano cattive leggi precedenti, ispirate da cattivi costumi, anche quelli peggiorati nel tempo e che si ammantano dell’ipocrita motivazione di rispondere all’interesse generale, a tutelare lo Stato ridotto solo a esattore, alla necessità di riavvicinare gli indifferenti alla politica, quando sono gli indifferenti a esercitarla, all’obbligo di risolvere in un baleno emergenze nutrite per anni e alimentate proprio per legittimare l’erosione della democrazia, per giustificare la rinuncia ai diritti fondamentali,  per far tacere qualsiasi voce si levi per dire no.

 


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