“Una strana scena, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano” – esordisce così, Enrico Mentana nel Tg de La7 – un paio di centinaia di persone che cantavano l’Inno di Mameli, erano tutti gli eletti alla Camera del PdL che stavano così protestando per la situazione di Berlusconi”.
Uno spaccato di quello che continua ad essere l’anomalia italiana, da un lato il processo “Ruby”e dall’altro l’impedimento causato dalla malattia di Berlusconi, rimasto in ospedale al San Raffaele di Milano. Dopo la visita fiscale, anche i medici scelti dal tribunale incaricati di verificare le condizioni di salute dell’ex premier, hanno deciso di rinviare l’udienza. Secondo i medici, il Cavaliere, ricoverato da venerdì per una forte infiammazione agli occhi, soffre di “scompenso pressorio”, quindi l’impedimento è stato considerato “assoluto”. L’impedimento c’è e va rispettato sotto forma di rinvio dell’udienza.
È evidente che c’è un clima di totale sfiducia da entrambe le parti e la protesta canterina ne è la conferma.
Alfano parla di “emergenza democratica” e chiede l’intervento del Presidente della Repubblica. “A Napolitano affideremo la nostra preoccupazione per l’emergenza democratica – ha ribadito – “Noi difendiamo il nostro leader, la nostra storia, Forza Italia, il Popolo della libertà, il nostro Presidente, difendiamo la democrazia del nostro paese e le istituzioni repubblicane che sono sotto attacco dalla magistratura”. Parole pronunciate sulla scalinata che porta al Palazzo di giustizia, proprio sotto un megacartellone che ritrae i ritratti dei magistrati Falcone e Borsellino. Il presidio dei parlamentari del Pdl è iniziato col canto dell’Inno di Mameli, tutti compatti nel tentativo di esprimere vicinanza all’ex premier, bersagliato da “accuse infondate che hanno del surreale”, con l’obiettivo di farlo fuori prima di un nuovo voto anticipato.
Ma anche il popolo antiberlusconiano protesta fuori dal Tribunale, “16 processi – gridano – deve andare a San Vittore”.
Mentre tra Pm e difesa di Berlusconi si combatte l’ennesima battaglia del processo Ruby, fallisce anche il tentativo di dare un governo alla legislatura, il Pd ci prova ma i 5stelle sono irremovibili. La linea dura del Movimento viene ribadita dal suo leader.
Bersani firma qui! È la sfida del web.
Una campagna “sull’hashtag #bersanifirmaqui ” rivolta al democratico: “Invita su Twitter Bersani a firmare il documento per rifiutare i rimborsi elettorali e lasciare 48.856.037,50 di euro nelle casse dello Stato”. Grillo esorta Bersani a mettere nome e cognome alla rinuncia totale e definitiva ai rimborsi elettorali per i prossimi cinque anni. Una sfida che segue al No secco e definitivo a qualsiasi accordo di governo. Una indisponibilità assoluta, confermata anche dai neoeletti 5stelle. Chi decide di dialogare dovrà pagare le conseguenze. Roberta Lombardi, capogruppo camera 5stelle ” Se c’è qualcuno che deciderà di farlo, ovviamente, sarà fuori dal Movimento, perché non è l’impegno che abbiamo preso con gli elettori”. Il dialogo ci può essere solo su argomenti specifici, questi i paletti messi dal Movimento in un momento difficilissimo. Porte chiuse al Pd dai 5stelle che respingono al mittente qualsiasi accordo.
Mentre sul paese regna lo stallo totale, non solo le stelle di Cronin stanno a guardare!