fornace a Murano - foto da Google
Una delle classiche gite scolastiche che si fanno alle elementari, per noi bambini veneziani e dei dintorni, è la visita all'isola di Murano, per ammirare i maestri vetrai all'opera.
Io ricordo poco dei saloni di Palazzo Ducale attraversati a otto anni o dei quadri in mostra al Museo di Ca'Rezzonico. Io ricordo bene i grandi forni, il vetro che si plasmava sotto il soffio del mastro vetraio, le murrine di scarto regalate a noi bambini.
Io ricordo la gita a Murano.
Anni dopo da studentessa ho avuto l'occasione di lavorare per due natali in un negozio, dove tra l'altro, si vendevano i vasi di Venini. La proprietaria, favorendo la mia innata curiosità, mi ha al tempo introdotta in questo mondo, facendomi scoprire collaborazioni e tecniche che negli anni questa storica maison del vetro ha potuto vantare. In un momento in cui a Venezia si trovava ben poco di realmente made in Venice, mi raccontava di come anche l'acqua di Murano fosse speciale e rendesse la lavorazione unica.
A Murano si lavora il vetro dal 1200 circa, questa tradizione ha reso celebre in tutto il mondo la manifattura veneziana, Venini ne ha però consacrato il design.
Oserei dire come Venini nessuno mai. Questo brand (fondato nel 1921 da l'avvocato milanese Paolo Venini e dall'antiquario veneziano Giacomo Cappellin) ha consegnato alla storia pezzi di arte pura che bene o male, spesso anche incosapovolmenete tutti conosciamo.
Già nel 1922 i primi oggetti in vetro sono esposti alla Biennale di Venezia, l'idea in più dei due soci, è di puntare sull'esclusività del design e del firma. Vasi, piccole opere d'arte legate indossolubilmente al loro creatore e al mastro vetraio. Seguiranno dunque collezioni speciali, collaborazioni eccellenti, edizioni numerate e l'ampliamento della gamma con l'illuminazione. Quindi mostre nei più importanti musei del mondo.
Prima di lasciarvi ad una selezione dei miei pezzi preferiti (a partire dalla sfera di Gae Aulenti, regina al tempo della vetrina, che io ammiravo fantasticando non poco). Una piccola curiosità: tutti i vasi di Venini sono realizzati in molteplici colori allo stesso prezzo, tranne la variante rossa che essendo eseguita con la foglia d'oro ha sempre un prezzo maggiore.
Per saperne di più, è prorogata fino al 6 gennaio la mostra dedicata alla produzione di Venini firmata da Carlo Scarpa.
Geacolor - Venini design Gae Aulenti 1995
Re, Regina e Principe - Venini design Rodolfo Dordoni
Bolle - Venini deisgn Tapio Wirkkala 1966 (esempio dell'alta manifattura veneziana: le bottiglie sono realizzate con la tecnica ad incalmo ovvero l'unione a caldo di due diverse forme di vetro soffiato)
Clessidra - Venini proposta anche in versione numerata
Opalini - Venini il più classico dei vasi difficile non averne uno in casa dei nostri genitori
Upupa - Venini deisgn Toni Zuccheri edizione limitata e numerata
Ritagli - Venini design Fulvio Bianconi 1992
Il fazzoletto - Venini design Fulvio Bianconi
uno dei classici proposto anche in bicolor e in edizione limitata in filigrana