Giardini imperiali a Tokyo
In questi giorni la capitale giapponese, agli occhi di chi si trova a girare per le sue vie, non appare più come una città piena di vita, ma come una città in cui regna la tristezza. Gli italiani che lavorano in Giappone hanno avuto il permesso di tornare in Italia. A Tokyo più di 4 milioni di abitanti hanno deciso di lasciare la città per allontanarsi dal rischio di radiazioni nocive. Mentre molte altre persone stanno arrivande nella periferia nord della città per fuggire dalle aree più colpite dallo tsunami e dal terremoto. Molta la paura di nuove scosse, ma soprattutto di una contaminazione radioattiva. Per le strade la gente che gira è pochissima e l’atmosfera che si respira è molto diversa dal solito. I camion della mondezza non girano da 3 giorni, perché non hanno benzina. E gli inceneritori non possono utilizzare l’energia elettrica. A Ginza i venditori ambulanti offrono pasticche di iodio ai passanti. Soltanto il tempio di Senso-Ji ad Asakusa è pieno: la gente prega e brucia incenso. Nell’ultima settimana il valore delle case è sceso del 30% a Tokyo e del 70% a Fukushima, mentre ad Osaka, Kyoto e Kobe è salito del 40%. Molti accusano il governo di non aver parlato chiaramente della situazione dall’inizio, come dichiara Reiko Fukushima, direttore di una catena di negozi: “Devono dire in anticipo cosa può succedere non confessare quanto è già avvenuto. Se la nube atomica investe Tokyo non possono pretendere che smettiamo di respirare”. (Fonte: Repubblica.it)