Il Rubygate, sostanzialmente, non è che sia così complicato. Ruota tutto intorno a tre domande: Berlusconi ha fatto sesso con Ruby? L’ha pagata? Sapeva che era minorenne?
La risposta alla prima domanda è ancora in dubbio, anche se la possiamo facilmente immaginare. Alle altre due, invece, ha risposto direttamente Ruby, nel suo primo interrogatorio, il 3 agosto 2010, ben prima che si scatenasse tutto il polverone.
Karima parla dell’incontro del 14 febbraio 2010, quando era ancora diciasettenne. Come altre ragazze, è ad Arcore, ma è una novizia.
Berlusconi mi prese da parte e mi condusse in una stanza dove restammo soli. Mi disse che la mia vita sarebbe cambiata e, anche se non ha mai parlato esplicitamente di rapporti sessuali, non è stato difficile per me capire che mi proponeva di fare sesso con lui.
Berlusconi mi portò in un ufficio e mi consegnò una busta con 50 mila euro. In quel momento, lui sa che ho 24 anni.
La volta successiva, mi ricordo era in marzo, l’autista di Emilio Fede viene a prendermi in via Settala, dove abitavo allora. Torno ad Arcore e là, parlando con le altre ragazze invitate, vengono a sapere che chi stava con lui, con Silvio, poteva avere la casa gratis. Alcune ragazze mi dissero di avere avuto a Milano 2 un appartamento con cinque anni di affitto pagati.
A Berlusconi avevo detto falsamento di avere ventiquattro anni e di essere egiziana. Quando mi propone di intestarmi quella casa, dovevo dirgli come stavano le cose. Non potevo più mentire. Gli dissi la verità: ero minorenne ed ero senza documenti. Mi suggerì di dire a tutti che ero la nipote di Mubarak e di giustificare così le risorse che mi avrebbe messo a disposizione.
Certo, non è facile credere a Ruby che ha cambiato versione parecchie volte. Avrà mentito di fronte ai magistrati? Intanto mi limito a riportarvi quello che c’è nei verbali.
Certo, Berlusconi dev’essere un bugiardo davvero prodigioso, se riesce a cascare nelle sue stesse balle.