Gli scienziati dell’Università di Chicago, molti dei quali reduci dal Progetto Manhattan per la creazione della prima bomba nucleare, escogitarono il Doomsday Clock, letteralmente: Orologio del Giorno del Giudizio Universale, in pratica, un conto alla rovescia verso la distruzione planetaria. All’origine, 1947, l’indicatore registrava il pericolo di una guerra atomica fra i grandi blocchi. Ora il dato ingloba più vaste considerazioni: il cambiamento climatico e le nuove tecnologie che permeano i vari ambiti dell’attività umana.
Il Bulletin of Atomic Scientist annuncia solennemente che nel 2015 siano a “3 minuti dalla catastrofe”.
Nel 2015, il cambiamento climatico incontrollato, la globale modernizzazione degli armamenti nucleari e gli esorbitanti arsenali di armi atomiche pongono straordinarie e innegabili minacce all’esistenza dell’umanità, e i leader mondiali hanno tralasciato di agire con la velocità o sulla scala necessaria per proteggere i cittadini dal potenziale disastro. Questi fallimenti della leadership politica mettono in pericolo ogni persona sulla terra.
Probabilmente le grandi folle che si muovono contro il proprio governo o il sistema politico mondiale o la globalizzazione economica sarebbero ancora più preoccupate e aggressive nella loro protesta se avessero consapevolezza precisa dell’insieme delle minacce, anche di quelle che appaiono come un progresso. L’ammodernamento tecnologico rende obsolete le armi esistenti, le sostituisce con altre e gli arsenali indistruttibili crescono. Dalla metà del secolo scorso stiamo accumulando un capitale malefico, eredità imperitura dei posteri. L’intera umanità precedente non aveva commesso errori irrimediabili per l’equilibrio della vita del nostro pianeta.
Col XX° secolo, invece, un ristretto gruppo di menti umane, ha impresso su tutti noi l’ epiteto vergognoso di società mortifera. E’ tragico che una minoranza abbia esercitato tanto potere e che la qualifica di “scienziato” goda di superstiziosa adorazione. E’ grottesco che proprio da questa cerchia venga oggi la critica verso i governi che li hanno finora finanziati, obbediti e incensati.
L’allarme è lanciato, ma l’autocritica degli scienziati dov’è? La diserzione dalle attività di studio delle nuove armi? La promessa di riconvertire i centri di ricerca in direzione dell’abbattimento della pericolosità degli arsenali? La decisione di concentrare le risorse sull’analisi dei comportamenti che provocano i cambiamenti climatici e sulla ricerca di alternative?
Non ci sono. Con questa assenza, la critica ai governi è pura demagogia. Allusione a un’ inesistente “ innocenza”.
immagine da inquisitr.com