Il 17 febbraio 1600 moriva sul rogo, in Campo de’ Fiori a Roma, Giordano Bruno da Nola. La sentenza di morte era stata pronunciata pochi giorni prima, l’8 febbraio. Riconosciuto colpevole di eresia, nel tragitto dal carcere al patibolo gli fu imposta la mordacchia perché non potesse parlare, e l’ultima parola fosse riservata ai suoi carnefici.
Fra le tredici proposizioni “eretiche od erronee” che valsero al libero pensatore la condanna al rogo figura questa: «Cain fu uomo da bene, e meritamente uccise Abel, suo fratello, perché era un tristo e carnefice d’animali». Mi piace ricordarla oggi, Giornata del Gatto.