La Sardegna è così. Ogni giorno cambi spiaggia, cambi città, cambi isola. Così ieri abbiamo fatto quaranta chilometri, siamo saltati su un traghetto a Palau e siamo andati giusto un attimo a visitare Caprera e la Maddalena.
Per carità meravigliose eh. Solo che alla fine di questa vacanza in Sardegna mi serviranno un paio di giorni in Resort per riprendermi dalla stanchezza.
Noi che al massimo siamo abituati a fare cinquanta metri a piedi per arrivare in spiaggia, anche noi alla fine siamo caduti vittime del trekking da spiaggia. Che il Santuomo giurava e spergiurava che mai gli sarebbe toccata una sorte simile e quando vedeva gli scalatori di sentieri verso il mare con addosso uno zaino dietro, un bambino in fasce davanti, uno medio sulle spalle, ombrellone, borsa frigo e borsa dei giochi pensava ahimè a che malasorte toccava a quei poveri padri.
Chi l’avrebbe detto mai che anche noi.
La spiaggia è un affollamento di carne e ombrelloni e sabbia che vola e animali che si affacciano. Così quando anche il cinghialotto è sceso tra i bagnanti nessuno più di tanto s’è stranito. Ma mi sa che facevano tutti i brillanti del tipo toh un cinghiale in spiaggia che qui a Caprera sai è normale. Ma io mi rifiuto di credere che nessuno si sentisse come me, ovvero minchia c’è un cinghiale in spiaggia.
Poi c’è Garibaldi. E’ tutto Garibaldi. Vai Garibaldi, piazza Garibaldi, bar Gaibaldi. È solo Garibaldi. Anche se poi la sua casa vera con tanto di camicia rossa e sedia su cui il generale riposava non l’abbiamo vista che ovviamente era giorno di chiusura.
Peccato perchè ci tenevo. Significa che prima o poi ci dovrò tornare a Caprera.