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Di Gregorio non ripete quel Pranzo

Da Brunougolini
Di Gregorio non ripete quel Pranzo
L'inizio di "Buoni a nulla", al Festival del cinema di Roma, pare suscitare divertimento e interesse. Forse, pensiamo, siamo difronte alla ripetizione di un successo che ha marcato il regista Gianni Di Gregorio. Ovverosia quello decretato a "Pranzo d'agosto". É la storia, stavolta, di un impiegato pubblico che, a pochi giorni dalla pensione, si vede capitare (ricordate la legge Fornero?) un rinvio di tre anni e, come se non bastasse, uno spostamento dagli uffici centrali di Roma a un ufficio collocato in località Torrino, estrema periferia della capitale. Cosicché rinvio e spostamento creano situazioni amare e grottesche,affrontate con serena allegria. La vicenda, però, lentamente si spegne e perde vivacità e vigore. Vorrebbe essere il ritratto di un uomo, interpretato con assoluta bravura dallo stesso Di Gregorio, abituato a dire sempre di si e ad accettare le imposizioni altrui, ma che pian piano trova il modo di ribellarsi. Non mancano episodi divertenti accanto ad altri un po' banali. Dall'autore di quel pranzo agostano ci si aspettava di più. Ma non si ripete. Così in sala stampa il finale é accolto quasi in silenzio. Non così per il giapponese "Kamisama no iutoori" (As the Gods Will), accolto da frenetici applausi anche per la presenza di masse giovanili che adorano il regista Takashi Miike. L'opera é una sequela di violenti e sarcastici video giochi dove gruppi di giovani cercano di diventare "Figli di Dio", dimostrando, alle prese con enormi pupazzi portatori di morte, coraggio, immaginazione e fortuna. Tanto sangue, tanta macabra ilaritá e tanto filosofeggiare. 

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