Il genere resiste alla crisi e si rinnova
Regolarmente intellettuali e critici letterari ripropongono la stessa domanda: «La poesia è morta?». Se dovessimo dar retta a Giacomo Leopardi la risposta sarebbe affermativa: nello “Zibaldone” il Conte di San Leopardo temeva, infatti, che l’acculturamento di massa avrebbe creato una letteratura per tutti relegando la poesia a lettura per pochi. Ma come ben spiega Lello Voce, poeta, scrittore e performer dal grande carisma vocale tra i fondatori del Gruppo 93, «oggi con i nuovi media la poesia abita con assoluto agio tutto ciò che riguarda la contemporaneità, molto più della letteratura in generale».
Peraltro secondo i dati rilasciati da Nielsen le vendite della poesia nel 2014 non sono state negative. Tra gennaio e novembre vi è stato un aumento del venduto a copie (+6%) e una diminuzione di quello a valore (-3,8%). Quindi non solo la poesia non è morta ma è forse l’arte che più di tutte è in grado di adattarsi alle nuove società mediatizzate.
«La poesia – continua Voce – è l’unica arte esistente al mondo che ha cambiato il suo medium di trasmissione: è nata per essere orale, è diventata scritta e adesso torna ad essere orale. All’interno del campo poetico si gioca una delle partite più decisive per questo salto antropologico nel futuro».
Della stessa opinione sembra essere Sergio Garau, giovane poeta sardo, vincitore di numerosi poetry slam in Italia e all’estero. «Per capire quanto la poesia abbia successo i dati delle case editrici sono senz’altro rilevanti – afferma – ma non possono darne un’idea esaustiva. Bisogna tenerne conto e allo stesso tempo capire come considerare poesia in rete, slam e quant’altro».
Difficile dire in che direzione stia andando la poesia oggi e dove sarà pubblicata quella del futuro. Più facile affermare, invece, che il veicolo principale attualmente è il web, «per lo meno nelle sue espressioni più innovative e sintomatiche», sostiene la poetessa e critica letteraria Gilda Policastro.
44.301880 8.471650