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Di tante lacune accademiche

Creato il 31 gennaio 2011 da Wanderer @Inneres_Auge

 

Di tante lacune accademiche: com'è lontana l'università dal mondo ovattato della tv

foto: flickr

Approfitto della pausa (si fa per dire) dovuta alle "vacanze relative" di circa un mese per fare un analisi del mio primo anno e mezzo all'università. Un analisi che a qualcuno sembrerà uno sfogo, una denuncia ed in parte lo è. Non voglio tanto parlare del mio curriculum che non è di certo roseo (non sono uno studente modello) ma della situazione generale. La controriforma sta causando tanti problemi, mugugni, rinunce. Non è stata accolta bene, non c'è una persona nella mia università che ne parli positivamente. La controriforma è solo l'ultima mazzata che ci è arrivata tra capo e collo. Nel settembre 2009 m'iscrissi all'ateneo aquilano per tre motivi fondamentali: avevo intenzione di studiare rimanendo qui seguendo un corso che ritenevo e ritengo interessante, non avevo la possibilità di spostarmi in un'altra città e volevo essere parte della rinascita di questa città. Perchè L'Aquila non può fare a meno dell'università mentre il contrario può avvenire. Sapevo dei problemi che affligevano l'università ma viverli direttamente è stato ed è tutt'altra cosa. Il primo anno senza laboratori (tranne che a fine aprile, per altro strutture lontane dalle aule dove si fa lezione), con poche aule la maggior parte delle quali di capienza limitata e il risultato che molte persone stavano in piedi o sedute per terra quando andava male; la mensa in un tendone sporco (difatti in estate è stato sospeso dall'Asl) dove faceva freddo d'inverno e caldo d'estate con cani e gatti che potevano entrare liberamente. Assenza di aule per lo studio, caos totale nei trasporti, disorganizzazione tra segreteria virtuale e reale, verbalizzazioni cartacee ed on line.Studenti fuori sede costretti a pagare alfitti troppo alti o in alternativa, a viaggiare ogni giorno per 100-200 km.
Me li aspettavo questi problemi ma pensavo che in un anno sarebbero stati risolti almeno in parte. Ebbene, la situazione di quest'anno posso riassumerla così: le aule sono sempre le stesse con condizioni di sovraffollamento. La mensa è stata ripristinata in un container poche settimane fa con 4 mesi di ritardo a seguito di numerose proteste, manifestazioni e blitz. Gli alloggi per gli studenti fuori sede sono pochissimi in città e con affitti altissimi: svariati i casi in cui delle persone hanno lucrato persino sul nome di studenti deceduti la notte del sisma: in particolare è fantozziana la diatriba riguardante il campus "Giulia Carnevale" di Pizzoli dove gli studenti non si vedono ancora restituire le somme corrispondenti alle caparre che avevano versato "al buio" prima che la struttura fosse sequestrata dalla Procura. I trasporti sono sempre inefficienti: per andare da una parte all'altra della città i tempi sono lunghissimi, ad esempio raggiungere il terminal degli autobus interurbani o la stazione è un'impresa. I laboratori sono pochi ed inadeguati per svolgere le attività didattiche. Non ci sono punti d'incontro extra-didattico per gli studenti oltre ai centri commerciali. Tra verbalizzazione on line e cartacea è sempre un casino: un po' è colpa degli impiegati che sembrano allergici ai computer, un po' è dovuto ai problemi tecnici che non sono una rarità. Una delle maggiori vergogne secondo me, è lo stato di abbandono in cui giace la struttura polifunzionale donata dal governo canadese, costata 3,5 milioni di euro ed inaugurata 4 mesi fa. Mai utilizzata, munita di un bel parcheggio, 55 aceri piantati lì intorno, a pochi passi dal nostro polo didattico ma inaccessibile. Per quanto riguarda i trasporti c'è un altro dato che mi fa incazzare: da agosto noi del cratere sismico ripaghiamo biglietti ed abbonamenti extraurbani. Chi come me risiede in un paese che non è compreso tra le tratte beneficiarIe stabilite da un apposito decreto, è costretto a pagare (eccezion fatta per laureandi, dottorandi e specializzandi). Chi viene da fuori viaggia gratis e noi che dovremmo essere i primi ad "usufruire" (e si fa per dire, visto lo stato penoso delle corriere) dei vantaggi di questo periodo di emergenza, siamo al contrario i primi ad essere sfruttati.
Pochi giorni fa ci è stata consegnata la Carta dei Diritti degli Studenti. Ebbene, leggendola a fondo ho notato che quasi tutti gli articoli di questa carta non sono rispettati; alcuni parzialmente ed altri totalmente. Lascio da parte i discorsi sulle baronie perchè ci vorrebbe un altro post e francamente non mi va. Il punto cruciale per me è che, vuoi per fatti personali, lacune, ecc ma soprattutto per la combinazione delle carenze citate poco fa con altre che ora non ricordo, io non mi trovo bene in questo ateneo. Avevo sempre pensato che l'università fosse un luogo dove oltre ad imparare si potesse anche e soprattutto praticare. Un luogo dove imparare una professione; perchè noi siamo dei professionisti come stabilito da un DL del 2008 e chi si laurea diventa uno scienziato. Lo scienziato ha una vita per approfondire la teoria ma deve sbrigarsi ad esercitare nella pratica altrimenti non potrà mai essere all'altezza del compito che lo attende. Non potrà essere all'altezza delle aspettative (che sono tante) perchè a chi si laurea in scienze biologiche potrà capitare di fare cose che richiedono un'elevata responsabilità, verso di sè e verso gli altri. Vedo in molta gente che segue corsi più "pericolosi" come scienze infiermeristiche e medicina, un'aria di strafottenza e menefreghismo che m'inorridisce al pensiero che un giorno potrei finire nelle mani di quelle persone ed essere massacrato. Nel mio corso le persone sembrano più serie, certo è che la sensazione di stare a girare i pollici del gorilla è condivisa da tanti/e. Oggi all'Aquila l'università è inutile per come è fatta ma ho la sensazione che sia così in gran parte d'Italia (ciò grazie ad alcuni giornalisti che ci aprono gli occhi sui tanti terremoti che colpiscono la ricerca e la cultura). Da un anno i politici e i lecchini di questi ultimi vanno cianciando di "post terremoto": ma quale post? Qui siamo in pieno terremoto. Politico, giudiziario, malavitoso, sociale, culturale. L'ateneo aquilano ha avuto aiuti dal governo canadese, dalla provincia autonoma di Trento e da qualche privato ed altri atenei. Istituzioni locali inesistenti e senza un briciolo di quattrini, governo nazionale su un altro mondo tranne quando si tratta di tagliare. Erano partiti bene, con gli slogan dell'enteroGelmini che ha sospeso le tasse accademiche per tre anni (che tenera), ma non basta. Non possiamo pensare che ci diano una mano loro. Dobbiamo essere noi a rimboccarci le maniche ogni giorno, io continuo a farlo anche se non so più se ne valga davvero la pena.http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss


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