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diabolico

Creato il 07 marzo 2011 da Luci

(disclaimer: ogni riferimento alla foto del post precedente è puramente casuale)

il diavolo, come molto spesso ho già scritto, mi sta simpatico.

non credo alle brutte cose che si dicono in giro su di lui. conosco gente assai peggiore del diavolo.

il diavolo che piace a me ha le corna di paillettes, canta per strada col forcone in mano, tenta le giovani (e meno giovani, via) con saporiti bigné, sorrisi smaglianti e grandi occhi luminosi.

il diavolo ride, mangia, beve, rincorre il gatto, coccola i bambini e ama il prossimo.

il diavolo non giudica, non dice chi è famiglia e chi no, non dice chi è colpevole e chi no, non appoggia governi di dittatori sudamericani e non tuona contro preservativi, mettinculi, piglianculi e chiunque non gli assomigli per filo e per segno.

il diavolo è felice della vita, è allegro, non ama l’ombra come lo si dipinge, ama il sole, fare il bagno, rotolarsi sulla sabbia tiepida dell’estate.

il diavolo non sa cosa sia il peccato, non sa cosa sia un indice puntato, il senso di colpa, il fare le cose per forza, per far piacere agli altri, per apparire.

il diavolo gironzola nudo, felice di essere al mondo.

il diavolo ama le donne, non le immagina peccatrici solo per il fatto di essere al mondo.

il diavolo ama la scienza, ama sapere, ama conoscere le cose del mondo.

il diavolo legge libri, non li brucia, mai.

il diavolo non si sarebbe mai permesso di bruciare qualcuno sul rogo solo perchè non la pensa come lui.

il diavolo non fa nulla di male. smettiamola di dare la colpa a lui!

e ora permettetemi di raccontarvi una piccola storiellina.

c’era una volta un ateo inveterato. un bel giorno morì e quando riaprì gli occhi vide davanti a sé un diavolo enorme e bellissimo, tutto d’argento, con due grandi corna appuntite.

“dove sono?”

“che domande… all’inferno.”

“giusto, cosa mi aspettavo? sono stato ateo tutta la vita, dove potevo finire?

e il diavolone

“bene, se vuole le mostro la sua suite”

“ok..”

“ecco, questo sarà il suo letto, la vasca idromassaggio è sempre pronta, la frutta fresca è sul davanzale. se invece vuole dei dolci o un massaggio suoni pure questo campanello.”

“scusi… ma dove sono ESATTAMENTE?”

“all’inferno!”

“capisco, sì, scusi ma sono un po’ confuso… ma è tutto qui?”

“no, certo, naturalmente, venga, l’accompagno. Questa è la biblioteca, può avere tutti i libri che vuole, oppure film, o musica. non si faccia pregare, abbiamo di tutto”

“uhm… e non c’è altro?”

“oh beh, ma certo, venga, prendiamo i cavalli”

e i due partono per una bellissima passeggiata sulla radura.

“ecco, quella è la piscina, quello il campo da tennis, più in basso abbiamo l’orto botanico, il fiume, il bosco e molto altro ancora”.

“scusi se insisto eh, ma lei è proprio sicuro che siamo all’inferno?”

“com’è vero che mi chiamo belzebù!”

“ma scusi, ma è sempre così?”

“oh, beh, oggi è una giornata come tante, ma a volte facciamo anche delle feste, e ci divertiamo molto, non si annoierà da noi, vedrà”

quando, a un certo punto, oltre la scarpata, vedono una moltitudine di gente, e pentoloni di pece, lava, olio bollente. ed è tutto un pianto e stridor di denti. poveracci inforchettati dalle picche roventi dei demoni, gente nei pentoloni a bollire sulle fiamme eterne, urla e incubi tremendi.

“aha! e quello? allora? cos’è quello?”

“quello è l’inferno dei cattolici, sa, loro l’hanno voluto così!”


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