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Dialoghi sul tempo e la noia (liberamente ispirati a La montagna incantata)

Creato il 26 febbraio 2012 da Bens
A: Quanto è passato?
B: Da quando?
A: Da prima.
B: Ma prima quando?
A: Prima prima.
B: Smettila.
A: Di far cosa?
B: I tuoi giochetti odiosi che sbomballano il cervello.
A: Scusa.
  Ti annoio per caso?
B: Sì.
A: E quanto tempo è passato da quando ho cominciato ad annoiarti?
B: Beh, non saprei... un'eternità?
A: Naaaa! Risposta sbagliata. Poco meno di cinque minuti.
B: Mi spieghi che cerchi di fare, oltre l'evidente tentativo di disintegrare il mio già inesistente limite di sopportazione?
A: No, niente, scusa.
B: Posso tornare al mio libro ora?
A: Ora...
B: Sì, ora! Perché? C'è qualche problema?
A: No, riflettevo sulla vacuità dell'ora. Non è più ora. Prima era ora, ma il fatto che fosse prima rende l'ora di prima un concetto praticamente inesistente.
B: Riformulo la richiesta: credi che in un tempo indeterminato io possa tornare a leggere il mio libro?
A: Per quanto tempo credi che ricorderai questa conversazione?
B: Occristo... Non lo so, non me ne frega niente. Ma che domande fai?
A: ...
   Comunque la scorderai in fretta. Succede così con la noia, dilaga il breve periodo in ere geologiche, ma nel lungo periodo a malapena ricorderai il colore della mia camicia.
B: E allora?
A: No, niente, voglio solo dire che la noia non è la cosa peggiore che possa accaderci.
B: Non credo di seguirti...
A: Il tempo scorre quando si sta bene, ci si diverte e si fanno cose interessanti, quindi la sensazione di benessere rimane ben scolpita in un lungo periodo. Al contrario la noia, il vuoto incolmabile della noia, dilunga gli attimi, distillando ore nei secondi che scorrono sempre uguali. Ma a pensarci dopo, non rimane nulla di quel buco.
B: Stai cercando di dire che il tempo è una sensazione?
A: Questo lo stai dicendo tu.
B: Mentre tu cosa cerchi di dirmi?
A: Che il tempo non esiste.
B: Guarda l'orologio: 18.47. Questo come lo chiami?
A: Convenzione.
B: Beh, io lo chiamo tempo, ora, qui, adesso.
A: Non confondere il tempo con lo spazio.
B: Cioè?
A: Quanto tempo impieghi ad arrivare, da casa tua, alla biblioteca in bicicletta?
B: Una ventina di minuti, più o meno.
A: E quanto tempo ci impiegheresti con la macchina?
B: Non lo so, circa la metà del tempo.
A: Ma la distanza non rimane la stessa?
B: Certo... aspetta, cos'è? Uno di quei paradossi sofistici fatti per impressionare il pubblico?
A: Ti sei impressionato?
B: No.
A: Meglio così. Non faccio sofismi, faccio constatazioni. Credo solo che di natura l'uomo abbia bisogno di ordine. E il tempo tiene pulito il nostro caos. L'uomo si sottovaluta. Non c'è cosa che non popoli il mondo e le nostre fantasie che lui non abbia creato per dare rigore alla sua ancestrale e selvaggia tendenza all'anarchia.

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