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Diario di una blogger per nulla star

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer

Caro diario,oggi è stata una giornata davvero, ma davvero, strana tant'è che io, piccola e nera calimera, son qui a raccontartela partendo da stamattina. 

A differenza degli altri giorni in cui son sempre tanto contenta di svegliarmi alle sei per andare a lezione alle nove pur essendoci l'elevata probabilità che non si faccia nulla di andare in facoltà, stamane mi son alzata in ritardo causa notte insonne (ho sognato Andrea Diprè che mi intervistava con l'ausilio di Rosario Muniz).Dato il ritardo, perciò, ho cercato di velocizzare i miei riti mattutini.Urla di qui, sveglia i genitori di là, salta la colazione così, salta il cane cosà perchè s'è sdraiato davanti la porta del bagno...un macello con tanto del mio alter ego pronto a domandarmi, durante il mio tentativo vano tentativo di spazzolarmi i capelli e lavarmi i denti contemporaneamente,<<Dato che mancano quindici minuti alla partenza del treno e dopo questo non ne passano altri prima delle due ore, perchè non ti stai a casa?>> .<<Non poffo mancare, io FENTO ghe debbo andarci!>> ho risposto, con la bocca piena di schiuma di dentifricio, a me, me e all'alter ego del mio alter ego che era già tornato a letto con l'intento di menare Diprè per la nottataccia trascorsa.Perciò, costringendo il genitore di turno ad accompagnarmi in stazione con indosso il pigiama di pile "che tanto sembra una tuta sì, ma le ciabatte della Defonseca si riconoscono a mille miglia!", son riuscita a salire sul treno dei desideri che nei miei pensieri all'incontrario va.
Gomitate con i soliti pendolari per poter trovare un posto, cordiali sbadigli al posto dei "salve", "come va?" e "che per caso sai a che ora passa la metro?", e...una voce da trans con la raucedine ha destato i miei sensi.
Sì, diario caro, io quella voce la conoscevo. Quel gracchiare incessantemente, quel mangiarsi le vocali, quelle C aspirate e quel gorgheggio da rana baritona non m'era nuovo.
No, diariuccio mio, non potevo sbagliarmi, era lei: l
'Anarchica che veste Armani. O no?Pantalone a sigaretta, capello tinto e iper piastrato, cerchietto con un fiocco stile Minnie, giacchetta di pelle ton sur ton con il pantalone, occhiali da sole e....HOGAN?! E le sue adorate Cult? E il suo amato poncho peruviano? E quei suoi baffi alla Che?!
Spariti tutti. L'AVA è diventata una pseudo fashion victim che se fosse stata così, ai tempi delle mele Golden, quel mostro del suo ex non l'avrebbe certo scaricata per una più giovane e più tettona.
<<Ti prego Santo Lavoisier, fa che non mi veda!>> 
ho supplicato nascondendomi dietro il quaderno di Chimica fisica dei sistemi biologici.
Com'è e come non è, per fortuna non m'ha vista, soprattutto perchè intenta a recuperare gli ultimi otto anni di zitellaggine slinguazzando con il suo toyboy poco boy e molto toy.
Ora, dopo un viaggio in treno senza aver fatto colazione e con una come lei che cercava finalmente di riprodursi incurante degli sguardi disgustati dei presenti (compreso il controllore che ha preferito non chiedere loro il biglietto per non finire in quel menage), cosa poteva succedermi di peggio?
Voglio dì, son riuscita a giungere a destinazione senza grossi danni alla mia psiche, mica bau bau e micio micio! Così, incontrato un amico, mi son diretta verso il secondo dungeon della mia giornata accademica tipo: la metro.
Qui, tra una chiacchierata e un altro sbadiglio, abbiamo incontrato la coppia più bella del mondo. 
Cioè, hai presente quelle coppie che tu le guardi e dici "ammazza ohh, sono fatti per stare insieme!" ? Ecco, questi due erano fatti per stare insieme. In un circo, ma insieme.C'era lui, con quella meravigliosa tuta tre taglie più grandi, in acrilico nera e bande laterali color bandiera della JAMAICA, e c'era lei; la brutta copia di Emma Marrone.
Stesso taglio, stesso modo di vestire, stesso colore di capelli, stesse "pose" da cuore spezzato a causa di un ballerino...una sua sosia formato da pochette.
E anche loro, così come l'exAva e il suo toy, si scambiavano germi e batteri in maniera pesante stando seduti difronte a me.
<<Ma devono pomiciare qui?>> 
ho domandato al mio vicino di posto - amico.
<<Tanto a fine giornata si lasceranno sicuramente.>> 
ha risposto lui in maniera serafica.
<<Perchè?>> 
ho chiesto
<<No, dico, hai visto lo pseudo rapper cos'ha ai piedi? Delle Lumberjack!!! Lumberjack, le scarpe da boscaiolo! Tuta da rapper, cappello di paglia alla jazzista e Lumberjack! Tralasciando la poca eleganza, se questo si leva le scarpe a fine giornata ammazza tutti!>> 
ha dato di matto lui<<....ti sei Enzomiccizzato?>> ho esclamato terrorizzata.
Da ciò, dopo due strane coppie ad alto tasso di acido citrico e lemonene, e dopo esser stata quasi investita dal motorino del postino che no, non aveva posta per me, son giunta in facoltà.
Corridoio, macchinetta, cappuccino, macchia di cappuccino sulla maglietta, levati la maglietta e rimani con la canotta che avevi di sotto ma che, sfortunatamente, ha il "retro" in pizzo trasparente, sentiti una poco di buono che cerca di ammaliare i prof, ricordati comunque che oggi c'hai una prof donna e quindi non farai colpo ma solo pietà, siediti e....eravamo sì e no 15 persone su ottanta.
<<E tutti gli altri?>> ho chiesto ad una collega.
<<Boh, sarà che non ci sono perchè la prof oggi fa gli esercizi e li dobbiamo svolgere alla lavagna noi.>>
<<Quali esercizi?!>>
<<Quelli che ha "assegnato" ieri.>>
<<Ieri quando?!>>
<<Via email.>>
<<C'ha un'email questa?>>
<<Sì....scusa, c'è il mio ragazzo, puoi aspettare un secondo?>>
e anche lei giù duro di limone...
Insomma, diario caro, secondo te chi è stata chiamata a svolgere gli esercizi alla lavagna manco fossimo al liceo? Ovviamente io.
Per carità, son riuscita a farli lo stesso senza grossissimi errori, ma....tra tutti i pochi presenti becchi me?? Me, seduta dietro un armadio di due metri per due?? Inoltre mi chiedi di dare le spalle a quell'orda di chimici che mi ritrovo per colleghi proprio quando ho la canotta con la schiena praticamente nuda?! Ma io come minimo pretendo un 20 per il trauma (mio, non dei miei colleghi)!
Beh,ricapitoliamoci:
sveglia tardi, treno preso per il rotto della cuffia, no colazione, gente di dubbia classificazione che scambia effusioni vari con i suoi simili, lezione di sole due ore con tanto di interrogazione, corsa per prendere la metro, crampi alle gambe, attesa di un'ora per il treno del ritorno...dopo una mattinata così 
ho avuto tanto bisogno di affetto.Avevo dentro di me il bisogno di qualcosa che mi rendesse felice.
Un abbraccio, un bacio, un sorriso, un fiore.... qualsiasi cosa.
Tutti, intorno a me, erano felici. Tutti a baciarsi, abbracciarsi, coccolarsi, divertirsi...e io, da sola, su quella panchina al binario tre. Mi son sentita demoralizzata, lo ammetto.
Eppure, mentre mi trovavo lì a ghiacciarmi le chiappe e a sfidare gli amici a QuizDuello, ho sentito qualcosa dentro me, tipo una strana sensazione, se così la vogliam chiamare.
Qualcosa, dal profondo del mio spirito, mi stava dicendo che dovevo alzarmi a tutti i costi e dirigermi all'uscita della stazione.
Perciò, mentre un'altra coppia poco distante si dilettava in effusioni e trivellazioni del cavo oro-faringeo con la consapevolezza di esser oggetto di sguardi e invidie altrui, io mi allontanavo da quel luogo. 
Ho superato la fermata degli autobus, quella dei taxi, il kebabbaro....ho superato tutti, verso una meta ignota fino a quando non mi son bloccata davanti ad un chioschetto del seltz limone&sale.
Perchè? Perchè mi son fermata davanti ad un chiosco del seltz io che non lo bevo?
Semplice; perchè ho rivisto colui che per primo è stato amorevolmente baciato (e parecchio sbavato) da me.

Dopo anni e anni di silenzi, lontananze, assenze, ricordi sospesi nel vento e lacrime di nostalgia, dopo tentativi vani di sostituire la sua presenza nel mio cuore lui...lui era lì. Davanti a me.Cielo quant'è bello....con quella sua carnagione dorata, quei suoi capelli ricci e marroni, quel suo profumo di meraviglia....ah!Una libidine!E credimi, non son riuscita a resistere. Io...io lo volevo. Lo voglio e so che sempre lo vorrò. Per questo, con un sorriso a trecentosessanta gradi e il timore di aver avuto un abbaglio, mi son avvicinata al bancone e ho sussurrato con timore, le seguenti parole:
"SCUSI, HA GIA' IL WINNER TACO?".
Diario di una blogger per nulla star
Diario mio caro,
non so cosa sia successo tra il "sì signorina, se gira da questo lato le prendo il Winner" e il momento in cui ho aperto la confezione, ma so per certo che, dopo una giornata fatta di caldo, di coppiette troppo focose, di sonno, di università, di pensieri e di reminiscenze dell'incubo con Diprè e Muniz, sono stata IO quella invidiata da tutti i presenti sul binario.
Sì, dannazione, sono stata IO quella che slinguazzava ardentemente con un Winner Taco! 
E nessuna Anarchica che non veste più Armani con il suo toy boy poco boy potrà mai capire un momento tale di passione.
Ecco cos'era quella sensazione stamattina. Ecco perchè SENTIVO di dover andare a lezione; era il mio adorato Winner a chiamarmi.

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