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Diario notturno

Creato il 09 marzo 2012 da Vale
Per il Venerdì del Libro oggi, Homemademamma, vi parlo di:
DIARIO NOTTURNO
Ennio Flaiano è sempre stato per me in primo luogo uno sceneggiatore tra i più bravi. Voi prendete uno qualsiasi dei capolavori di Fellini e vi ritroverete anche lui. Il Diario notturno è molto spesso ritornato alla mia mente perché è stracitato da molti autori e dunque mi sono decisa. Io non amo molto l'aforisma. Mi sembrano frasi buttate là in cui il desiderio di stupire con l'arguzia supera l'importanza del contenuto. Quindi partivo scettica. In realtà il libro raccoglie anno per anno (fine anni '40 e prima metà dei '50) dei diari. Ci sono racconti (ex: Lo Sbadiglio in cui un uomo continua a sbadigliare e la mascella si blocca sempre alla massima estensione...), ci sono taccuini di viaggio e sì, aforismi. Perché è un libro che adesso ritengo imprescindibile? Perché il suo approccio alle cose della vita è ironico. Perché pur guardandolo da lontano, Flaiano adora la sua terra. Perché si sofferma sulle relazioni, in modo così delicato e poetico.
Il suo racconto più bello secondo me e Gli indirizzi dove un signore cambia l'agenda degli indirizzi e comincia a riflettere su chi metterà e chi toglierà:
Altre persone adesso si scopre a considerarle come certi remoti paesi veduti nell'infanzia che non potrebbe, nemmeno se volesse, rivedere perché gliene mancherà il tempo e soprattutto perché non ricorda nemmeno dove sono. Eppure sono paesi importanti, tanto importanti che non ha mai smesso, si può dire, di abitarli.
E' un gioiello prezioso questo libro.
Cogliere l'incredibile nel gesto più solito, meravigliarsi sempre. Succede che la vita è piena di spettacoli non conformi alle nostre abitudini visive, spettacoli e forme che dovrebbero turbarci per la sconnessione col mondo circostante o per le allegorie che così hanno voluto disporli. Ma perdiamo forse tempo a notarli e a meravigliarcene? Se così fosse, ad ogni momento ci chiederemmo un perché, e forse niente e nessuno potrebbe risponderci.
(Qui le prime dieci righe.)

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