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Diego Zardini, politica e ambiente

Creato il 13 novembre 2014 da Leone_antonino @AntoniLeone
Diego Zardini, politica e ambiente Intervista a Diego Zardini a cura di Valentina Gallo e Tommaso Giacchetti pubblicata su Cultura Democratica l’8 novembre 2014 L’On. Diego Zardini è membro dell’VIII Commissione (ambiente, territorio, e lavori pubblici) e fa parte dell’Intergruppo Parlamentare Mobilità Nuova e Mobilità Ciclistica. Come nasce l’Intergruppo Parlamentare Mobilità Nuova e Mobilità Ciclistica e quali obiettivi si pone? Nel terzo millennio vi sono delle problematiche urgenti ed essenziali non più procrastinabili che comprendono a loro volta altri argomenti. E’ il caso della mobilità sostenibile che è correlata ai piani territoriali, alla qualità della vita, alla vivibilità dei centri urbani, alla tutela dell’ambiente, alla salute dei cittadini. Su tale argomento vi è una vasto consenso ed una particolare sensibilità che interessa i cittadini, le associazioni ed i partiti politici ed una coscienza ed un impegno unitario a prescindere dagli schieramenti politici. I parlamentari dell’Intergruppo sono quelli che per primi hanno preso coscienza di tale aspetto ed hanno costituito il gruppo Mobilità Nuova per affrontare unitariamente le problematiche correlate alla mobilità sostenibile. Da tempo è possibile rilevare un interesse crescente da parte dei media e dei cittadini nei confronti della mobilità ciclistica e, complice anche la crisi economica, un numero crescente di persone si avvicinano all’uso della bicicletta per i propri spostamenti. Quali iniziative a supporto della mobilità ciclistica sono state attivate o sono in programma da parte dell’Intergruppo Parlamentare e dal governo per lo sviluppo della mobilità ciclistica in Italia? I parlamentari dell’Intergruppo sono impegnati a sostenere la mobilità ciclistica con emendamenti e proposte di legge. Le principali iniziative intraprese sono: la proposta di legge De Caro ed altri per la creazione della rete ciclabile nazionale, la proposta di legge De Lorenzis per iniziative di contrasto al furto. È stato inoltre approvato il provvedimento per la riforma del codice della strada, cercando di porre al centro la mobilità ciclistica.
Personalmente ho presentato una proposta di legge, sottoscritta da altri 30 deputati appartenenti ai gruppi parlamentari di PD, di Sel e di Scelta Civica, finalizzata a rimuovere gli ostacoli ed i condizionamenti normativi che rendono impossibile l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro. Infatti, il riconoscimento dell’infortunio e la corresponsione dell’indennità viene effettuata solo nei seguenti casi: assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto; non percorribilità a piedi del tragitto casa e lavoro e viceversa; incidente avvenuto solo all’interno di piste ciclabili o di zone interdette al traffico.
Tali condizioni rendono impossibile il riconoscimento dell’infortunio in itinere e la conseguente corresponsione da parte dell’INAIL del risarcimento per i lavoratori che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro. Occorre liberare con urgenza l’uso necessitato della bicicletta da parte dei lavoratori che la usano nel tragitto casa e lavoro e viceversa per i benefici prodotti da tale mezzo di trasporto inerenti: l’impatto ambientale (inquinamento acustico, atmosferico ed emissione del gas serra); i costi legati alla mobilità urbana (benzina, ticket parcheggio); la tutela della salute dei cittadini (aspettativa di vita più lunga, riduzione dello stress); la riduzione del traffico sulle strade (decongestione del traffico, riduzione degli incidenti in itinere).
Come Think Tank riteniamo che il mobility management sia uno strumento molto interessante per coinvolgere imprese e cittadini nel cambiamento delle abitudini di mobilità e nello sviluppo di forme innovative di mobilità sostenibile. Il Ministero dell’Ambiente ed Euromobility hanno ribadito in diverse occasioni l’intenzione di rilanciare e potenziare la figura del Mobility manager. In che modo potrà essere potenziata questa figura.
La figura del Mobility manager è una figura essenziale che viene utilizzata dagli enti locali e dalle imprese al fine di affrontare i problemi relativi alle politiche della mobilità sostenibile del territorio. Inizialmente la figura del Mobility Manager si focalizzava sugli spostamenti casa-lavoro, coordinando le iniziative delle aziende in tale direzione.
Oggi invece la figura si è evoluta ed è impegnata anche nelle politiche territoriali della mobilità insieme agli enti locali. Inoltre, interviene anche nelle strutture scolastiche tra gli studenti per cambiare la cultura della mobilità. Per svolgere un lavoro proficuo è necessario dotarsi di un piano territoriale di mobilità ed intervenire nel rispetto di tale strumento, introdurre sistemi di misurazione e reporting dei benefici prodotti e costruire dei sistemi premianti ed incentivanti per i soggetti impegnati in azioni di mobility management.
Nel corso della European Mobility Week a Roma si è discusso del successo dei servizi di car sharing. Quale ruolo possono assumere questi servizi entro una visione complessiva della mobilità urbana? I servizi più noti sono gestiti da operatori privati. Ritiene che l’iniziativa privata nel settore e l’uso di questi servizi da parte degli abitanti debbano essere incentivati?
E’ necessario sostenere la mobilità sostenibile con una pluralità di interventi pubblici e privati, tra i quali il servizio di car sharing. Tale servizio deve essere correlato ai piani territoriali della mobilità sostenibile e, quindi, va valutato nel quadro programmatico di interventi a sostegno della mobilità urbana e non come un servizio a se stante.
A livello europeo sono in corso numerose iniziative per promuovere e sviluppare la mobilità elettrica. In Italia cresce l’interesse degli operatori privati ma sono più limitate le iniziative in corso. Qual è la posizione dell’Intergruppo Parlamentare e quali sono gli obiettivi e le iniziative del governo?
Le forme alternative di alimentazione dei mezzi di locomozione sono assolutamente da incentivare. L’intergruppo vede con assoluto favore le iniziative private che mirino all’innovazione del settore. È evidente che il nostro paese debba superare un gap significativo con altri paesi avanzati. Il Governo ed il Parlamento stanno portando avanti il cosiddetto collegato ambientale che ha il compito precipuo di introdurre misure che favoriscano l’innovazione tecnologica ed, in particolare, la green economy. A breve la discussione dovrebbe approdare in aula alla Camera dei Deputati e sarà un banco di prova per fare un salto di qualità.

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