Si potrebbe pensare che il clima politico sia talmente acceso da precludere qualsiasi possibilità di accordo sotto banco, ma gli inciuci in Italia non vanno mai fuori moda. Nelle settimane scorse si è lavorato alacremente con un unico obiettivo: schiodare Berlusconi da Palazzo Chigi.
Gli altri protagonisti dell’agone hanno evidentemente un senso del ridicolo più elevato del premier, non che ci voglia molto, e hanno compreso l’urgenza di scalzarlo affinché l’Italia non perda quel poco di prestigio internazionale di cui gode.
Traffichini e trafficoni si sono impegnati per trovare una soluzione che risulti accettabile anche per il Presidente del Consiglio a tempo perso. Durante l’estate Bersani aveva offerto una ciambella di salvataggio, com’è nella tradizione del centrosinistra: la solidarietà tipicamente socialista non può certo permettere di lasciare Berlusconi in balia di PM, giudici, ricattatori e mignotte. Così gli uomini di Bersani hanno proposto un’amnistia che salverebbe il premier dai processi, con la scusa del sovraffollamento delle carceri. Offerta però respinta.
Dopo il fallito salvataggio rosso, è arrivato quello bianco. Il duo Alfano-Casini la settimana scorsa ha ottenuto dal Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, smanioso per un ritorno democristiano alla guida dell’Italia, la benedizione per un governo Alfano-Maroni con i voti crociati. Il nuovo esecutivo avrebbe potuto contare anche sui tanti demopiddini pronti alla fuga dopo la fondazione del Nuovo Ulivo, con conseguente decisa svolta a sinistra. Il governo PDL-Lega-UDC sarebbe durato fino al 2013, tentando di smacchiare la reputazione del centrodestra dopo le bravate del capo. In cambio, Casini avrebbe ottenuto il Quirinale. Nulla da fare, rimandata al mittente, nonostante pure il Foglio caldeggiasse questa ipotesi, sostenendo che nessuno avrebbe votato a favore dell’arresto di Berlusconi, che sarebbe comunque rimasto parlamentare.
Ci hanno allora riprovato le colombe del centrosinistra con un’ipotesi allettante spedita direttamente a Napolitano: la nomina di Prodi e Berlusconi a senatori a vita, che sono immuni davanti alla Giustizia. A guidare il Paese ci avrebbe pensato un governo tecnico presieduto da Mario Monti e sostenuto da PDL, Terzo Polo e PD, con solo gli opposti estremisti all’Opposizione. Ma anche qui il premier ha fatto resistenza.
Nulla sembra in grado di far dimettere Berlusconi, allora le vie percorribili rimangono due. La prima è quella dei mercati, auspicata da Giuliano Amato. Difficile che la BCE possa smettere di comprare BTP, vista l’imminente presidenza Draghi e la fragilità dell’euro, però altri ribassi e soprattutto un’eventuale manovra correttiva potrebbero stendere il Presidente del Consiglio. L’altra strada è quella parlamentare: la massoneria starebbe preparando un trappolone per il Governo facendo spostare i suoi peones al gruppo misto mentre qualche pidiellino starebbe valutando l’ipotesi di far cadere l’esecutivo su un voto importante, ma non legato alle questioni finanziarie.
Visto che qui ad Oblio non siamo particolarmente ottimisti, riteniamo che l’unica soluzione efficace per mandare a casa Berlusconi saranno le elezioni del lontano 2013, sempre che il centrosinistra non riesca a suicidarsi prima e a perdere tutto il vantaggio. Qualsiasi altro scenario sarebbe francamente una sorpresa.
Fonte: Dagospia