Difesa estrema a suon di mazzette

La notizia era trapelata qualche giorno fa. Una notizia shock, uno scoop che avrebbe tirato fuori Berlusconi dalla palude del sexygate. Qualora si fosse dimostrato che il premier abbia consumato con Ruby, qualora fosse acclarato che questa abbia ricevuto denaro in cambio dell’estrema beneficenza, i legali di B. avrebbero fatto saltare il banco con un autentico coup de théâtre. A darne notizia in pompa magna era un quotidiano molto informato sulle vicende in casa del premier: Il Giornale. Il 3 marzo il titolo a tutta pagina è: Il premier cala l’asso: Ruby era maggiorenne. 

Tutto apposto? Facciamo a meno di fare il processo? Per quanto moralmente deprecabile, andare a puttane maggiorenni non è reato (altrimenti hai voglia in quanti finirebbero dentro…). La testata di Sallusti aveva parlato di un sopralluogo in Marocco durante le indagini difensive e quindi la miracolosa scoperta che Ruby era stata registrata all’anagrafe con due anni di ritardo. Fatalità proprio quello che serviva al premier per scampare dall’accusa più oltraggiosa (ma non dalla ben più grave concussione).

L’indiscrezione era stata immediatamente smentita dal padre della bella Rubacuori Mohammed El Marough. Ma oggi Il Fatto ha aggiunto carne al fuoco.

Il quotidiano guidato da Antonio Padellaro ha raccolto la testimonianza di una funzionaria marocchina. Il 7 febbraio, quando la  bomba della maggiore età ancora non era stata scagliata, tre individui, due italiani e un interprete, sono venuti a farle visita a Fkih Ben Salah, cittadina ai piedi dell’Atlante, dove è nata la più famosa delle Papi girls.

I tre le avrebbero offerto una cifra sostanziosa per cambiare la data di nascita della ragazza: dal 1 novembre 1992 al 1990. Nelle città di provincia marocchine, l’anagrafe non è computerizzata e le nascite sono registrate in ordine cronologico in grandi registri scritti a mano. Il compito quindi era abbastanza arduo: prima bisogna ottenere un falso estratto di nascita procrastinata poi cambiare il registro sia del 1990, sia del 1992 per evitare di essere scoperti.

La funzionaria però, ignara di chi fosse Karima El Marough, ha rifiutato. Sia per non passare dei guai, sia per non danneggiare eventualmente la sua connazionale.

Se confermata, questa notizia avrebbe del clamoroso. E non sarebbe neanche difficile immaginare per conto di chi questi tizi si sarebbero recati in Marocco per esportare una nobile arte italiana: la corruzione.