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Un dato sicuramente sorprendente, quello diffuso ancora con forte ritardo dall'auditel, che attribuisce alla trasmissione servizio pubblico di Michele Santoro appena il 5% di share e 1,164.000 spettatori, in nettissimo calo non solo contro la puntata d'esordio, che era stata vista da 2.838.000 spettatori per uno share del 12%, ma anche contro la puntata della settimana scorsa, che aveva raccolto davanti al video 2.012.000 persone e uno share dell'8%.
Certamente la trasmissione soffre fortemente la mancanza di quello che era stato il piatto forte delle trasmissioni santoriane del passato, ovvero della presenza del capro espiatorio perfetto per tutte i mali del mondo, quel Silvio Berlusconi la cui scomparsa dalle luci della ribalta rischia di provocare una contrazione di almeno un punto percentuale del pil.
Non è infatti solo la trasmissione di Santoro a soffrire le conseguenze della mancanza dell'ex premier nelle cronache giornaliere, politiche, giudiziarie e mondane che fossero, ma tutti i quotidiani, riviste blog e mezzi d'informazione di ogni tipo (basta girare un po' per la rete per vedere come molti si adattano a riciclare notizie sul Banana vecchie di settimane pur di richiamare qualche lettore).
Chiamato dunque a lottare con una concorrenza forte, tra la quale il suo vecchio collaboratore Corrado Formigli, che su La 7 ha fatto il 6,1%, il programma di Santoro mostra la corda, dimostrandosi ormai vecchio e logoro nella sua impostazione e negli ospiti scelti per discutere dei temi del giorno.
Temi che sono importantissimi, essendo quelli legati alla incombente crisi finanziaria e politica, ma che dovrebbero essere trattati e spiegati al pubblico con ben altra chiarezza ed efficacia di come lo sono nello studio del giornalista salernitano dai soliti ospiti, sempre i soliti, che sono pure loro improvvisamente invecchiati e apparsi fin dalla prima puntata inadatti ai nuovi tempi.
Non che ieri non ci sia stato qualche buon momento (è stato un vero scoop sentire Sergio Epifani e maurizio Gasparri sostenere le stesse identiche posizioni e dare spesso ragione a Paolo Ferrero), ma nell'insieme sembrava di assistere ad un vecchio film che nessuno aveva voglia di rivedere. Senza poi contare che ascoltare Francesco Rutelli parlare di finanza e politiche internazionali ha fatto un po' l'effetto di vedere un bambino di cinque anni parlare di fisica quantistica.
Nullo il solito editoriale "satirico" di Marco Travaglio, lui si ancora attaccato all'osso berlusconiano, perchè si sa che del porco non si butta mai via nulla, ma oramai pure l'ultimo ossa è stato talmente raschiato che difficilmente può ancora servire a qualcosa.
Come dissi già in altra occasione, Santoro è stato proprio sfortunato: proprio quando finalmente si è deciso ad affrontare la competizione mediatica contando sulle proprie forze quel satanasso del berlusca s'è andato a dimettere. Se non è sfiga questa!
Adesso sarà interessante vedere come correrà ai ripari il pioniere della televisione anti regime, tenuto conto che il regime è cambiato e che quello nuovo può essere molto più invasivo e pericoloso del precedente, che poteva invece essere oggetto di qualsiasi contumelia senza pericoli di sorta.
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