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“Dio protegge la Russia” : così Putin fa lo sgarbo ai comunisti russi.

Creato il 13 aprile 2010 da Madyur

E’ Dio che protegge la Russia. E du questo Putin non vuole discutere e ha deciso di dare un dispiacere ai comunisti bocciando senza appello la loro richiesta di togliere la parola Dio dall’inno nazionale. In compenso ha fatto felice il patriarca russo Kiryl che da quando la richiesta era stata avviata , usava toni apocalittici “Tutte le volte che Dio non ci ha protetto sono stati versati fiumi di sangue”.

comunisti-russi

Sicuramente il governo russo cerca di riavvicinarsi alla Chiesa , sollevando preoccupate lagnanze dai sostenitori del laicismo assoluto. A cominciare dalle orami frequenti apparizioni alle funzioni religiose del premier che si mostra alle telecamere raccolto in preghiere, per non parlare degli annunci di clamorose restituzioni milionarie di beni ecclesiastici requisiti negli anni dell’Urss , ultima quella del monastero di Novodevici perla dell’arte russa e meta turistica obbligata della capitale.

Interessi economici e aree di influenza politica tra i rifiuti dell’eliminazione della parola Dio nell’inno. La richiesta comunista riguardava una strofa del nuovo testo scritto dal poeta Mikhalkov , padre del regista Nikita. Dove l’inno recita “La terra natia protetta da Dio”, i comunisti proponevano “Protetta da noi”.

“Il nostro è un paese laico” aveva spiegato il deputato Kascin “Abbiamo grande rispetto e comprensione per i fedeli ma non dimentichiamoci che in Russia la Chiesa è separata dallo Stato”. La Duma , divisa in credenti e no, ha lanciato la palla al governo: la modifica comporterebbe comunque delle spese esagerate, andrebbero cambiate registrazioni, spartiti, libri di testo , ci vuole un parere del premier. Il parere è arrivato dal suo vice, Sobjanin “Il testo dell’inno è opera poetica. Qualsiasi modifica che non tenga conto del contesto storico e culturale può stravolgere il contenuto generale”

Non è la prima volta che l’inno nazionale subisce richieste a causa di mutamenti storici. L’inno storico di Stalin della vecchia Unione Sovietica , musicato nel ‘43, fu mutilato della destalinizzazione quando appariva troppo imbarazzante la strofa “Noi che siamo stati allevati da Stalin..”.

Boris Eltsin, alla fine dell’Unione Sovietica, decise di adottare un inno completamente diverso , un opera senza parole di Glinka “Una vita per lo zar”. Un esperimento di breve durata perché nel 2000 Putin volle reinserire il glorioso inno sovietico , prima senza parole e poi con un testo di Mikhalkov , autore delle parole originali. Un rimescolamento con l'epurazione di parole definite “sovietiche” e alcuni riferimenti enfatici a Lenin. Ora dio torna a far discutere.

madyur


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