Hanno un’aria sovente un po’ triste, e sbattuta: insomma, non dev’essere una settimana facile neanche per loro, scherzi a parte.
Dunque eccoci: giorni intensissimi di sfilate, eventi, dj set, bacini finti sulle guance (spesso, finte pure quelle), presentazioni di collezioni nuove che dettano il nostro gusto (e in qualche caso – raro, per fortuna – disgusto) per i mesi a venire. Ogni evento è accompagnato da decine di flash di fotografi e migliaia di flash di cellulari, che catturano immagini che poi finiscono in rete accompagnate dal relativo hashtag. E dunque, #carilettori, il disco parlante di oggi non può che parlare di moda. E se dobbiamo parlare di moda, facciamolo con stile e parliamo di Vogue. Non la rivista, ma la canzone di Madonna.
Il brano ha ormai ben più di vent’anni, ma ancora oggi – quando in un servizio televisivo sulla moda si è a corto di idee sulla colonna sonora – lo si usa come sottofondo.
Due cose han fatto storia, di Vogue. Il video, e la coreografia.
Il video fu diretto da David Fincher, regista (poi) di Fight Club, Seven, Il curioso caso di Benjamin Button… insomma, uno che col tempo è diventato una promessa mantenuta del cinema. Girato in bianco e nero, calcando la mano su riferimenti del calibro di Marlene Dietrich e Tamara de Lempicka, il video ci dà prova anche della coreografia di Vogue; un vero e proprio balletto a sé, che prese il nome di vogueing, pur essendo nato molto prima della canzone di cui stiamo parlando.
La mia parte poco gentile sostiene che si sia trattato di una trovata geniale dei coreografi per illuderci che Madonna sapesse ballare benissimo. In pratica, pur avendo varî stili di esecuzione, il vogueing consiste nell’imitare le movenze di una modella durante uno shooting di moda.
Un ottimo modo per occupare il tempo del tragitto in metro durante questa settimana.