Tutti abbiamo letto e comprato libri disdicevoli. Sono sicura che se andassi a casa di Baricco e mi mettessi a ravanare nella sua libreria -una Enzo Mari?- troverei anche lì dei titoli vergognosi, collocati ad arte ripiano più alto. Sono sicura che se una persona in visita gli chiede “Ale, ma cosa ci fa “Il grande Boh” di Jovanotti lassù?”, il nostro scuote i riccioli tutto imbarazzato e gli risponde “Figurati, mica l’h0 letto, me l’ha regalato il giardiniere un po’ di anni fa.”
Secondo me anche Paolo Giordano, nella sua libreria -una Billy Ikea?- ha almeno un libro di Fabio Volo, regalatogli da una fidanzata del liceo. Vi ho mai raccontato di quando abitavo nella mia casa vecchia e ho scoperto che Paolo Giordano sarebbe andato a vivere nell’appartamento a fianco, allora con la complicità del direttore lavori che gli seguiva la ristrutturazione sono andata a perlustrarlo? Non sono una stalker morbosa, volevo solo vedere se aveva scelto un pidocchioso parquet industriale come il mio, ecco. Sta di fatto che quando Paolo Giordano vi si trasferì, decisi di accoglierlo con tutti i crismi, facendo una retromarcia delle mie e mancandolo per un pelo.
a ognuno la sua libreria
Quando voi-sapete-chi ha trovato nella mia libreria questi 2 imbarazzanti volumi, mi sono improvvisamente ricordata perché erano lì. Guarda caso, me li avevano proprio regalati.
GYNEPRAIO VS BLATTE. Il mio primo appartamento cittadino (quello vicino a Paolo Giordano) era stato oggetto di una rocambolesca ristrutturazione, per cui era disabitato da quasi 3 anni. Quando io ed il di-allora-fidanzato ci entrammo, in un bollente mese di giugno, feci la mia conoscenza con la blatta germanica. Nel mio sistema di valori, nell’intero regno animale solo la rana può superare una blatta in bruttezza, sporcizia e antipoeticità. Ho abitato fino a 25 anni in un comune dimenticato da Dio, in piena campagna. Ho anche vissuto un anno nella Pennsylvania Occidentale, dove la campagna è così campagna che l’essere più civilizzato sono gli Amish in carrozza. Ma non avevo mai visto una blatta: ho dovuto trasferirmi in piena città, in un ex opificio trasformato in appartamento, per apprezzarne la bellezza.
Erano tante, nere, di varie misure: avevano colonizzato l’appartamento e col buio uscivano. Quando accendevo la luce, era tutto un fuggi fuggi, un nascondersi negli anfratti, negli stipiti delle porte, dietro i mobili, sotto i tappeti. Pulii la casa da cima a fondo, sparsi una polvere comprata al Brico. Smisi anche di bere a cena per non dovermi alzare nottetempo a fare pipì e non disturbarle incontrarle. Alla fine dovetti desistere e chiamai la disinfestazione.
Quando il problema si risolse, mio padre mi comprò questo libro mettendomi un segnalibro in questa pagina.
GYNEPRAIO GOES SELVAGGIA. Ogni 26 dicembre, in casa mia, si svolge la “Cena degli avanzi” in cui alcuni dei miei amici favoriti condividono i rimasugli dei pranzi Natalizi e si scambiano doni homemade, lettere, biglietti e oggetti di dubbio gusto, purché di scarso valore commerciale. Un anno, miracolosamente, avevo un ragazzo. Appena reclutato, non timido ma pur sempre collocato in un ambiente estraneo e in mezzo a gente che conosceva superficialmente. Me inclusa.
Chissà cosa pensò quando mi vide aprire il mio regalo mentre la mia amica mi batteva goliardiche manate sulla schiena “Vecchia porca, non si smette mai di imparare eh? Visto che bel regalo?”. Quando ero quasi riuscita a gettare il libro dietro il divano e a distrarre il ragazzo mormorando sconcerie nelle sue orecchie, lei ci interrompe e ci mostrò quella che secondo lei era la chicca dell’opera: “Vedi, lei spidocchia lui in segno d’amore, non lo trovi bellissimo?”. Il ragazzo durò poco, ma non era granchè.