Stamattina un gruppo di operai ha protestato davanti Palazzo Marino, sede del comune di Milano per essere stati lasciati completamente soli. Sono gli scampoli di una storia gloriosa, quella dell’ex Alfa Romeo di Arese: impiegati dopo la chiusura della fabbrica dalla Innova Service, un’azienda di servizi e manutenzione che però due anni fa li ha scaricati per servirsi di cooperative che si servono di personale a basso e bassissimo costo, naturalmente ultraprecario. Non è certo una storia rara, anzi l’Italia è da anni costellata dci questo tipo di “relazioni industriali” che sono il risultato della precarietà e dell’opacità introdotte nel mondo del lavoro. Ma in questo caso c’è di più: i lavoratori disoccupati e che ormai vivono di lavoretti o del sostegno familiare, sono stati anche esclusi al piano di rilancio dell’area ex Alfa Romeo, un piano approvato proprio l’ultimo giorno di vita della giunta regionale: i loro stipendi miseri sarebbero comunque troppo alti rispetto a quelli che s’intendono pagare per realizzare il più grande ipermercato di Europa del costo di 800 milioni. Perciò, niente recupero.
La cosa “curiosa” è però che in questa vicenda di affari, affaroni e affaracci molti fili vengono tirati da uomini e organizzazioni della sinistra, compreso un candidato di Sel al Senato, che tuttavia si guardano bene dal discostarsi da quella che oggi potremmo chiamare filosofia Marchionne – Monti. Che conta qualche decina di operai? Eppure è proprio di fronte ai fatti concreti che dovrebbe scattare quella diversità tante volte narrata, ma che evidentemente non trova riscontro quando dal racconto si deve scendere nella realtà. Potrei commentare questa ennesima distrazione di una galassia della sinistra e del centro sinistra che a forza di guardarsi allo specchio non sa più bene cosa è destra e cosa è sinistra. Anche se ha conservato benissimo il senso di ciò che sta in alto e ciò che in sta basso.
Ma tutte queste considerazioni, assieme ai particolari di questa triste storia, trovano posto in una lettera scritta a Nichi Vendola da questo operai lasciati al destino di disoccupati.
Caro compagno Vendola, nei giorni scorsi hai denunciato “Il carattere conservatore di un governo che si è nascosto sotto il velo della neutralità tecnica”. Hai detto che “una parte delle classi dirigenti sceglie il modello Marchionne come nuova ideologia di riferimento” .Ti sei stupito di : “come Mario Monti non riesca a vedere il dolore che ha provocato nelle viscere della società italiana”.
Che “ci azzeccano” queste parole con quello che sta avvenendo qui ad Arese? Quando l’Alfa Romeo venne chiusa dalla Fiat, 70 operai specializzati che lavoravano alle catene o ai motori ecologici, sono stati ricollocati, con un accordo firmato dalla Regione, in un’azienda di servizi che lavorava per le ditte che si sono insediate nell’area e che occupano oltre 1000 lavoratori, in maggioranza precari.
Per 9 anni siamo stati “flessibili” e abbiamo accettato tutto, dalle pulizie alla manutenzione delle strade, ma abbiamo anche denunciato la presenza della ‘ndrangheta quando il prefetto di Milano diceva che “in Lombardia la mafia non esiste”. Nel febbraio 2011 la ditta “Innova Service” ci ha licenziati. Il giudice ci ha dato ragione ma nel frattempo la proprietà dell’area (ABP) ha affidato il nostro lavoro a cooperative di lavoratori sottopagati.
Caro Nichi, sai chi è che difende ABP? Il senatore Pietro Ichino, fino a settimana scorsa uomo del Pd, ora passato con Monti.
Da due anni siamo sulla strada. Da un anno non riceviamo più neppure l’assegno di disoccupazione. Molti campano con l’aiuto dei genitori in pensione. Altri stanno per perdere la casa. Pochi giorni fa la Regione Lombardia, ha dato il via libera al piano di rilancio dell’area ex Alfa Romeo (2 milioni e mezzo di metri quadri); due società, IPER ed Euromilano (Unipol, Legacoop, Acli-Cisl, Compagnia delle Opere e Intesa Sanpaolo) investiranno 800 milioni per costruire il supermercato più grande d’Europa e un centro residenziale offrendo lavoro a 3000 persone. A tutti tranne che a noi. A noi vengono offerti 15.000 euro e un “aiuto” a cercarci un lavoro solo se rinunceremo a ogni pretesa di trovarlo nell’area ex Alfa Romeo e con le ditte che vi lavorano e che vi lavoreranno. Una buonuscita che assomiglia molto a uno sfratto. A quella “pulizia etnica” che Marchionne ha attuato con gli operai della Fiom e anche dello Slai Cobas, anche se nessuno ne parla.
Bene, caro Nichi, sai chi gestisce questa “soluzione”? Due uomini di “sinistra” : Alessandro Pasquarelli, della direzione di Legacoop Lombardia e amministratore delegato di Euromilano e il suo proconsole Roberto Imberti, che fa anche parte della segreteria provinciale di Sel a Milano ed è nella testa di lista di Sel in Lombardia alle elezioni politiche per il Senato.
Vendola, puoi chiedere a Imberti e Pasquarelli come “riescano a non vedere il dolore che sta provocando nelle viscere“ degli ex-operai Alfa Romeo? Sarebbe questa l’“offerta alternativa” al duo Monti-Marchionne? Aspettiamo una tua risposta. Ci trovi presso la portineria Sud Ovest dell’Alfa Romeo di Arese dove siamo in presidio dall’11 febbraio 2011. 23 mesi fa. O in Cdf Alfa Romeo, dove siamo al freddo e al buio perché i “padroni” (compresi prossimi senatori di Sel) per scoraggiarci non ci attaccano luce e riscaldamento. Telefax 0244428529 (funziona solo quando attacchiamo il generatore di fortuna).