“L’ex cantoniera era un rifugio per disperati”
Siamo all’ombra del titolo che “Il cittadino” di Lodi ha dato all’articolo che a nostra volta soprastiamo. Parla di una casa cantoniera dismessa dalle Ferrovie dello Stato, quell’ente che doveva garantire servizi che studenti e lavoratori pendolari meritano e non ricevono. Abbandonata e vuota, la casa cantoniera è diventata l’abitazione improvvisata di quattro immigrati, portati in Questura e denunciati dalla Polfer. Il diritto alla casa si è risolto con un gesto illegale. Essere stranieri non è reato, non avere casa non può essere un reato. Occupare un’abitazione altrui lo è. Un reato che non dà ricchezza, che non dà molti vantaggi oltre a un tetto. Di solito i delinquenti rubano per arricchirsi, questi poveri signori, a quanto pare incensurati, hanno danneggiato un proprietario che non ha avuto cura delle sue proprietà.
La piena legalità si concretizza in una denuncia? Il diritto dà risposte chiare, almeno può darle, e ne è limitato.
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Anche la casa cantoniera delle Ferrovie, a lato dei binari, è diventata rifugio di stranieri e senzatetto. Si tratta infatti di una struttura di proprietà delle Ferrovie che da anni è inutilizzata. A pochi giorni dall’incidente in cui un 28enne marocchino era rimasto travolto da un convoglio, ieri mattina la polizia ferroviaria ha fatto un sopralluogo. Con i guanti e le mascherine sul volto, gli agenti sono passati dal cortile-giardinetto davanti alla casa, a cui si accede anche da via Trento Trieste. Prima hanno guardato all’interno attraverso le finestre. Poi sono entrati e all’interno hanno sorpreso quattro nordafricani che si erano accampati lì. Tutti sono stati stati portati in questura, identificati e denunciati.