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Dissentire,parola in voga che lascia spazio al proprio giudizio.

Creato il 18 luglio 2014 da Lucaralla @LAPOZZANGHERA

Dissentire.

Parola in voga adesso,alla luce dei fatti tragici palestinesi.

Dissentire.

Voglio capire meglio il peso di questa parola.

Non essere in sintonia con un pensiero,azione,logica diversa insomma dai tuoi ideali.

E allora,la questione Gaza,oltrepassa tutto cio’,lascia il terreno a un’altra parola,piu’ concreta e in voga anch’essa:”orrore”.

L’orrore dei bimbi che corrono per scampare alla morte e che invece,poiche’ coattori di uno scenario bellico,rimangono falciati,schiacciati dal piu’ tecnologico esercito del medioriente,quello vile di Israele.

Dissentire non basta piu’.

Se ne sono accorti in molti in Italia e nel mondo,dopo l’insegnamento dell’altra operazione made in Israele di “piombo fuso”,che lascio’ terrore e morte nel territorio palestinese.

Adesso grazie ai social l’orrore e’ quotidiano,ti squarcia l’anima e ti mette dinanzi a una domanda:che posso fare?

Non credo si possa dire di essere tutti pro Hamas se volessimo salvare le vite umane all’interno dell’inferno palestinese.

Allora lo saremmo,certo,se dall’altra parte ci etichettassero di essere ” pro Palestina”.

E allora si,sono,siamo terroristi.

Idealisti senza armi ma con la consapevolezza di essere contro un metro di giudizio che fa della repressione vile e immediata l’arma del dialogo.

Non si puo’ essere muti,essere spugne che assimilano l’orrore dei corpi maciullati e dire “che cosa posso fare”?

No.Essere cosi’ non mi va,e non mi va neppure di sentire gli ipocriti dire che anche li,nelle famiglie palestinesi,ci puo’ stare un terrorista.

Che atroce bugia,che menzogna pura che lascia il passo alla falce della morte israeliana.

Io non ci sto,e dal mio blog,dal mio profilo twitter e fb,diro’ sempre cio’ che penso di questa vergogna  che ha,anche,come complici tutti noi,silenziosi e colpevoli di asservire uno stato che avanza spezzando la vita di centinaia di persone.

Allora mi aspetto,ora,un passo sostanzioso politico e deciso da chi ha cuore.

Quel cuore che invocammo all’indomani dell’11 settembre,quando tutti si sentivano americani e tutti volevamo ricostruire le torri gemelle.

Perche’  adesso non siamo palestinesi?

Perche’ non vogliamo costruire le case rase al suolo in nome di una politica espansionista e crudele?

Perche’ non essere almeno una volta sinceri con noi stessi? 



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