Affrontare l’emergenza del dissesto del territorio italiano: questo l’obiettivo prospettato dal responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Erasmo D’Angelis la scorsa settimana al SAIE 2014 di Bologna, nell’ambito della seconda giornata del Forum di discussione.
Dissesto idrogeologico; parla Erasmo D’Angelis
2,3 miliardi di euro sono previsti proprio per combattere la grande battaglia del dissesto idrogeologico: in aggiunta a questa cifra va aggiunto un altro miliardo all’anno per i prossimi 6 per portare a compimento i 4mila interventi necessari ad affrontare immediatamente i rischi esistenti. D’Angelis, di fronte ad una nutrita schiera di geologi accorsi all’Esposizione di Bologna, ha evidenziato i punti cardinali che il Governo seguirà per ottemperare a questo compito e perseguire l’obiettivo: “Tramite il congruo utilizzo di queste professionalità, ad esempio un geologo per ogni comune, avremmo risparmiato l’enorme spesa pubblica utilizzata per affrontare la post emergenza, circa 3 miliardi e mezzo all’anno”.
Il futuro dell’edilizia
Numerose e rilevanti sono state le voci che si sono affollate al SAIE tra giovedì e venerdì scorso in relazione al tema fondamentale del futuro dell’edilizia in Italia: dal Decreto “Sblocca Italia” e dalle sue possibilità di strumento di rilancio economico del paese fino al futuro delle infrastrutture, transitando per il tema necessario delle smart cities.
Secondo Flavio Tosi, primo cittadino di Verona, “il Decreto Sblocca Italia dovrebbe essere più concreto e coraggioso garantendo tempi brevi e certi. Dovrebbe eliminare la procedura di doppio ricorso al TAR e al Consiglio di Stato: la nostra burocrazia ci impedisce di fare le cose. Così come una scarsa cultura dell’efficienza e del rispetto degli impegni presi con i cittadini. Bisogna fare un salto e rinnovare le nostre attitudini e il nostro pensiero”.
Sicurezza ed edilizia scolastica
Sulla stessa linea d’onda si è collocato Paolo Buzzetti, presidente della Associazione dei costruttori (ANCE), il quale ha tuonato: “Stop a questa austerità imposta dall’UE, l’Italia ha bisogno di spendere per sopperire alla propria arretratezza infrastrutturale e manutentoria. Ci vuole un Piano nazionale sul dissesto idrogeologico e sulla sicurezza, uno per la riqualificazione degli edifici scolastici e uno solo per le Infrastrutture”.
Per approfondire il tema leggi l’articolo Dissesto idrogeologico, c’è molto da fare e non si fa.
La voce dell’architetto: Mario Cucinella
Un imprescindibile parere tecnico è giunto dall’architetto Mario Cucinella, il quale si è fatto portavoce delle esigenze dei centri urbani: “La città è un oggetto che si muove, è fondamentale percepire i cambiamenti e anticiparli. Rigenerare è una bella parola, ma io preferisco definire questo processo un business sociale: costruire e progettare le città produce valore economico ma soprattutto sociale, cerca di venire incontro ai bisogni dei cittadini e interviene per colmarli”.
Un mosaico di voci intorno al tema (delicatissimo) dell’edilizia nel nostro paese: con le spalle piantate nel presente e gli occhi rivolti al futuro.