Segnalazione e nota dell’Avv. Daniela Conte, Presidente dell’Associazione “Zero39 all professional services in one network” e co-coordinatrice della macrosezione “Salute”
Molti quotidiani hanno riportato la notizia della morte di Silvana Fionda, 56 anni, avvenuta venerdi sera all’Ospedale Santa Scolastica di Cassino (FR). Tuttavia, rispetto a quello che è stato detto inizialmente (si è gridato allo scandalo per le 8 ore di attesa al Pronto Soccorso prima di essere curata o, comunque, ricoverata) oggi vi è stata una smentita da parte del legale della famiglia della donna, il quale ha precisato che nè lui, nè i familiari hanno mai dichiarato che la Sig.ra Fionda ha atteso 8 ore prima di essere visitata. Dal canto suo, il Primario dell’Ospedale ha dichiarato che la paziente deceduta è stata “monitorata e sottoposta ad accertamenti” due minuti dopo essere giunta al Pronto Soccorso; pertanto, è falsa la notizia secondo cui vi sarebbero state 8 ore di attesa.
Si premette che l’Ospedale di Cassino dove è morta Silvana Fionda non è nuovo a questi episodi: il 19 novembre del 2010 è morta una neonata per insufficienza cardiaca dopo essere stata sottoposta a parto cesareo (si sospetta in ritardo); la piccola è stata trasportata al Policlinico Umberto I di Roma, dove è deceduta.
Ma torniamo al nostro caso. Il Primario dell’Ospedale di Cassino ha dichiarato che la Sig.ra Fionda è arrivata al Pronto Soccorso alle 12:31, è stata monitorata alle 12;33 e sottoposta ad esame del sangue ed elettrocardiogramma alle 12:34, all’esito dei quali i “parametri vitali” sono risultati “nella norma”. La paziente è stata di nuovo sottoposta ad indagini alle 19:00, poi “improvvisamente” la situazione sarebbe degenerata intorno alle 21:00, quando la donna è stata colta da malore; prontamente sottoposta a tentativo di rianimazione, purtroppo è deceduta. Il medico ha, altresì, dichiarato che “nella vita si muore”. In teoria, questo è vero.
Giovanna, la seconda figlia di Silvana Fionda, ha fatto dichiarazioni contrastanti con la versione fornita dal Primario: la madre avvertiva lancinanti dolori al braccio e gamba sinistra, è stata assistita in ritardo, i medici hanno ignorato i suoi sospetti circa un infarto in corso (avrebbero parlato di “ansia”, e liquidato i dolori lancinanti come sintomi di “lombosciatalgia”); in più, la madre avrebbe atteso tante ore al Pronto Soccorso, e soltanto intorno alle 19:00 sarebbe stata ricoverata (doveva essere portata al reparto di Ortopedia – al reparto di Medicina Interna non c’era posto -, ma si sarebbe sentita male in ascensore mentre veniva trasportata al reparto, e sarebbe rimasta a terra per 10 minuti mentre la figlia urlava perchè le prestassero soccorso; tuttavia, sul piano non c’erano medici, avvertiti 10 muniti dopo il malore e arrivati dopo altri 10 minuti).
La stessa figlia ha subìto già un altro lutto: due anni prima il marito di 29 anni è morto nello stesso Ospedale, dove era stato ricoverato perchè affetto da sclerosi a placche; secondo Giovanna, sarebbe stato curato male (la famiglia ha presentato denuncia).
Per accertare le circostanze della morte di Silvia Fionda la Procura ha aperto un’inchiesta (il legale della famiglia ha dichiarato che attendono l’esito delle indagini per l’eventuale costituzione di pate civile), e il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali Leoluca Orlando ha annunciato che chiderà una relazione al Presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta Renata Polverini (la quale, a sua volta, ha dichiarato di avere già contattato il Direttore della ASL di Frosinone “per attivare tutti gli strumenti che abbiamo per venire a conoscenza di quanto è accaduto rispetto a questa tragica morte“.
Sicuramente sarà opportuno attendere l’esito delle indagini. Tuttavia, per deformazione professionale mi faccio alcune domande:
- dato per “accertato” che la Sig.ra Fionda è stata “monitorata e sottoposta ad esame” subito dopo essere arrivata al Pronto Soccorso, come mai per circa 7 ore (dalle 12:34 alle 19:00) non è stata sottoposta ad alcun esame o indagine supplementare, nonostante lamentasse “dolori lancinanti” che lei stessa e i familiari consideravano sospetti e non normali? Perchè non è stata ricoverata subito in via cautelare, ma lasciata tante ore nel Pronto Socoorso? Perchè non è stata almeno sottoposta ad ulteriori accertamenti in via cautelare al fine di scongiurare il peggio (non sono un medico, ma so che dolori al braccio e alla gamba possono essere sintomo di infarto)?
Le circostanze della morte di Silvana Fionda non sono assolutamente chiare, nonostante le dichiarazioni rilsciate. L’unica cosa certa, è che accadono troppi casi di decessi le cui circostanze non sono chiare; e personalmente, trovo un pò troppo “semplicistico” dichiarare che “nella vita si muore“: in Italia i casi di “malasanità” accertati sono davvero tanti. Ma attendiamo l’esito delle indagini, nella speranza che sia accertata la verità.
Roma, 06.02.2011 Avv. Daniela Conte
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