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Donna Sarda dell’Anno

Creato il 28 dicembre 2011 da Albix

Donna Sarda dell’AnnoLa mia conterranea  Michela Murgia é stata eletta donna dell’anno 2011 dal quotidiano Sardegna 24.

La brava scrittrice, dopo avere ringraziato la redazione del quotidiano diretto da G.M. Bellu, ha dichiarato che il vero personaggio da eleggere in Sardegna è in realtà Ovidio Marras.

Ovidio Marras è un  imprenditore  agricolo sardo di 81 anni che vive e lavora a Teulada, in  provincia di Cagliari.

Ovidio Marras percorreva da decenni una via per spostare le sue greggi. A un certo punto un’impresa edile, che sta costruendo un imponente insediamento turistico vicino ai suoi terreni, ha occupato abusivamente quella strada che Ovidio Marras utilizzava per portare al pascolo le sue pecore.

Ovidio Marras naturalmente ha protestato: il colosso dell’edilizia, dall’alto della sua potenza economica, ha pensato che avrebbe potuto comprare il consenso di Ovidio.

E quando mai s’è visto un pastore sardo capace di fermare il progresso economico?

Sono stati  tacitati ad Ottana, a Portotorres, nei terreni che ora sono chiamati ” costa smeralda”; perché non possiamo comprarli a Teulada? Noi siamo il progresso, portiamo posti di lavoro, civiltà, soldi.

Ma Ovidio non ha voluto i soldi e si è rivolto al Tribunale che ha ordinato all’impresa di rimuovere le opere abusive e riportare al ripristino stato ante causa la morfologia del terreno (rendendo nuovamente agibile la strada campestre a favore di Ovidio Marras).

Questa è la storia che ha reso famoso  Ovidio Marras.

Ha fatto bene Michele Murgia a indicarlo come il vero personaggio sardo  dell’anno.

Ovidio, forse senza volerlo,  incarna la costante resistenziale sarda (per dirla con Giovanni Lilliu).

E smentiscono i vecchi disillusi e pessimissti come me, che hanno abbandonato i furori ideali di sardità della sua  prima gioventù, delusi dalla falsità dei politici (sardisti del PSd’Az in prima fila), dalla superficiale materialità dei  contadini sardi che giustamente tengono famiglia e prendono  i soldi a valanga della R.A.S. (parlando sì, in sardo, ma contando i soldi in italiano; quelli europei son più difficli da contare, a quanto sembra); disincantato di fronte a pastori trasformati in operai (ahimè troppo spesso cassintegrati); impotente di fronte a giovani che non conoscono più il sardo degli antichi avi, ma nemmeno l’italiano degli italici padri; o forse ormai arresosi definitivamente ad una cultura di matriice nazionalista ed etnocentrica.

Ma che importa? Ciò che importa davvero è che Ovidio Marras ha resistito alle lusinghe del danaro e del  progresso.

Anche se forse non sapremo mai esattamente il perché Ovidio Marras  l’abbia fatto.

Per saperne di più:

http://www.sardegna24.net/il-fatto/la-sardegna-che-vorrei-e-centro-e-non-periferia-1.49704

 


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