ROMA – Spesso senza lavoro, quando ce l’hanno è nelle posizioni più basse, a tempo parziale e con salari inferiori agli uomini: il ritratto delle donne lavoratrici in Italia è questo.
L’ultima classifica del Global Gender Gap Report dice che il nostro Paese ha perso sei posizioni nella classifica sulle disuguaglianze di genere dal 2006 ad oggi, guadagnandosi l’80° posto su 135 Paesi.
Il dato peggiore è quello sulle opportunità per le donne di svolgere il proprio ruolo nell’economia. In questo ambito l’Italia è al 101° posto.
Anche i dati sui salari sono pessimi. Secondo un’analisi dell’Inps tra i lavoratori dipendenti del settore privato la retribuzione media è per gli uomini di 30.246 euro lordi, per le donne di 21.678 euro, quasi un terzo in meno.
E se di solito il numero di dipendenti donne è superiore a quello di dipendenti uomini, il dato si ribalta quando si parla di posizioni dirigenziali, dove per le donne non sembra esserci posto.
Anche per le pensioni si ha una disparità notevole. Le donne rappresentano il 47% dei pensionati italiani, ma percepiscono solo 34% dell’importo totale. Ben l’80% delle pensioni integrate al minimo sono destinate alle donne. Una pensionata su tre prende meno di 1.000 euro al mese. Nel pubblico, la pensione media per le donne è pari a 18.400 euro l’anno lordi, contro i 26.900 euro degli uomini.