Pubblicato da Francesca Rossi
“Le donne leggono più degli uomini”. Quante volte abbiamo sentito questa affermazione? Ciò dovrebbe implicare un certo potere del gentil sesso nelle scelte editoriali, nella possibilità di recensire libri ed anche di pubblicarli. Invece no. Paradossale ma è proprio cosi e le cifre lo confermano: uno studio effettuato da Vida (Women in Literary Arts), associazione che si occupa del ruolo svolto dalle donne in letteratura, afferma che gli autori uomini sono tra il 60 e l’80% nel mondo anglo-americano.
Di più: nel mondo americano e britannico il numero di recensioni scritte da uomini supera notevolmente quello delle colleghe. In Italia, stando ai dati Istat, la situazione non è certo migliore: 53,1% di lettrici contro il 40,1% dei lettori. Eppure anche nel nostro Paese l’editoria e la critica letteraria sono in mano, per lo più, a uomini.
Il sito Help Traduzioni ha pubblicato un interessante studio sulle recensioni pubblicate dal Corriere della Sera e dal settimanale L’Espresso nell’ultimo periodo, che voglio citarvi: “Da gennaio a novembre 2011 (Il Corriere della Sera) ha pubblicato 256 recensioni: 54 su 256 (il 21% circa) riguardano libri scritti da donne, 36 recensioni su 256 (14% circa) sono state fatte da donne”. Per quanto riguarda l’Espresso: “Da gennaio a novembre 2011 sono state pubblicate 450 recensioni 100 delle quali (22% circa) riguardano autrici, 139 sono scritte da donne (quasi il 31%), e in 59 casi sono donne che recensiscono donne”. Perché questo squilibrio? Le donne sono, dunque, una sorta di specie da proteggere dall’estinzione letteraria ed editoriale? Andiamo con ordine: le donne leggono di più ma non occupano quasi mai posti di comando ed il loro valore artistico molte volte non è riconosciuto, in Italia e nel mondo. Questa è la realtà. Alcuni, poi, sostengono addirittura che le donne scrivano peggio degli uomini. Una sorta di retaggio che il «sesso forte» si porta dietro da un passato non lontano in cui le donne poetesse o scrittrici, o attrici o ballerine erano considerate creature di dubbia moralità. Perché gli uomini possono esprimere il loro estro artistico e le donne no?Non ritengo corrisponda a verità l’affermazione secondo la quale le donne scrivono male, o peggio degli uomini. Rasenta il maschilismo. Sono certa, invece, che le donne abbiano un diverso modo di scrivere e che, anche dal punto di vista letterario, ci sia una scarsa comunicazione e comprensione tra i due sessi. Gli uomini sono abituati a misurare le cose del mondo (dunque anche quelle che riguardano le donne) con propri parametri di giudizio. Perché? Perché la società e la Storia sono sempre state nelle loro mani. Aveva ragione Oriana Fallaci quando, nell’opera Lettera a un bambino mai nato, scrisse: “Il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è cosi antica che si estende perfino al linguaggio.” Le donne hanno, invece, un pudore artistico (non tutte ma molte), un timore reverenziale che è divenuto, col passare dei secoli, quasi genetico ma che dovrebbero scrollarsi di dosso. Ci vuole fermezza e volontà, ma non è impossibile. La realtà si può cambiare. Dicono che le donne si applicano di più nello studio, sono più brave nell’apprendimento delle lingue, più riflessive. Bisogna sfruttare al meglio queste capacità. Per le donne quasi niente è scontato nel mondo del lavoro. Proprio le fatiche le rendono temprate alle future lotte. Il «sesso debole» (notiamo ancora la dittatura del linguaggio) non è una specie da proteggere. Si deve combattere per la parità anche nel settore editoriale ed artistico. Perfino le etichette di ‘letteratura femminile’ sono troppo spesso usati in modo, passatemi l’espressione «castrante» come se le donne fossero una razza aliena, completamente diversa (quando non ostile) a quella degli uomini. Forse gli stessi uomini hanno capito poco delle donne. O magari hanno compreso molto di più di ciò che crediamo ma, in qualche misura, temono una creatura all’apparenza fragile ma in realtà cosi forte da non conoscere barriere, essere in grado di donare la vita e saperne scrivere come un uomo non potrà mai fare. La Fallaci, donna fortissima (le sue idee si possono condividere o meno, ma non è argomento pertinente in questo articolo) lo scrisse: “Oppure, o proprio per questo, essere donna è cosi affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.”
E voi cosa ne pensate?