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Dopo un po', Rapyuela.

Creato il 17 settembre 2014 da Fabriziogabrielli
Finalmente ho avuto il coraggio di riascoltare Rapyuela. Non lo facevo da più di un mese, da quando avevamo chiuso l'ultima registrazione. Il missaggio finale, per dire, m'era sfuggito.Rapyuela, magari ne hai sentito parlare, è il pezzo rap che ho scritto insieme al mio diggèi Pruno.Lui ha prodotto il beat, e io ci ho rappato su qualche barra.Barre pesanti come fossero d'acciaio inossidabile, in verità, perché alla fine non ho fatto che riscrivere alcuni dei capitoli più belli, secondo me (il settimo, il sessantottesimo - quello in glìglico - e il novantaduesimo) della Rayuela del Gran Cronopio, Julio Cortázar, come fossero un rap.
Rapyuela è uscito il 26 agosto scorso, il giorno del centenario della nascita di JC. Sarò grato sempiternamente al blog di Edizioni SUR e a Finzioni che lo hanno ospitato, condiviso, coccolato. Quel giorno ero a New York, mi sono svegliato alle tre del mattino per seguire il lancio, ma non ho resistito troppo a lungo. Quando ho riavviato la connessione internet, sei o sette ore più tardi, c'erano un centinaio di notifiche. Per leggerle ho aspettato un po'.
Sono andato in una libreria a Nolita. Sono entrato e ho comprato una copia di Hopscotch, che è poi Rayuela nella sua traduzione inglese. Nelle librerie di NYC nessuno guarda in faccia nessuno. La libraia era stupita che gli avessi chiesto se lo conoscesse, se lo avesse letto. E comunque no, non lo conosceva. E no, non lo aveva mai letto. E comunque ha smesso subito di guardarmi, nessuno deve guardare in faccia nessuno, sembra sia vietato. Meglio concentrarsi sugli smartphone. O sui piedi degli altri. Ci si può innamorare di una persona, solo a guardarne i piedi? Forse sì.
Riascoltando Rapyuela ho capito che abbiamo finito per scrivere due canzoni, Pruno e io.
Una è quella che ricorda, a chi ha amato Rayuela, il respiro della Maga che esce dalle labbra di Talita che ha nell'incavo del collo l'odore della Maga. 
L'altra è quella che racconta una storia d'amore che è tutte le storie d'amore, il gioco dei ciclopi che è il più bello del mondo, la complicità di un codice condiviso e inaccessibile dall'esterno tra due innamorati, l'ineluttabilità del cambiamento, e delle reminiscenze che ogni cambiamento porta connaturate in sé. 
Ora stiamo lavorando a un altro pezzo. Si chiamerà, ma è solo un titolo provvisorio, Morelliana (dall'altra parte). Sarà ancora una volta una riscrittura di Rayuela, certo, come sarebbe a dire, è ovvio come sono ovvie tutte le cose ovvie di questo mondo. Ma anche no.Di cosa finirà per parlare, a chi finirà per parlare, questo chi può dirlo.La nostra prassi è sempre la stessa: ci avviciniamo alla casella, lanciamo il sassolino verso il cielo, e che Dio ce la mandi buona.

[se ancora non lo avessi sentito, eccolo qua]


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