Doppio libretto universitario agli studenti transessuali per rispettare la loro privacy
A Torino, Bologna e Napoli è già una realtà. Ora anche il Senato accademico dell’Università di Padova ha riconosciuto il diritto dei transessuali ad avere un doppio libretto e un doppio badge universitari per garantire la loro privacy.
Era stata l’associazione lgbt padovana Antèros a chiedere di concedere questo diritto agli studenti transessuali. «In questo modo – si legge nella lettera indirizzata al rettore Giuseppe Zaccaria – possono frequentare i corsi e sostenere gli esami senza che la loro privacy venga costantemente violata e senza sottoporsi a situazioni imbarazzanti e umilianti, che attualmente costringono una buona parte di questi studenti ad abbandonare l’università».
Il libretto e il badge sono veri e propri documenti di identità. Dover spiegare la diversità tra l’identità scelta e quella anagrafica in pubblico, ad esempio per l’accesso alla biblioteca, la mensa o la riscossione di borse di studio, espone lo studente a rivelare un dato privato ma a volte anche a subire il pregiudizio e la chiacchiera facile, se non la violenza fisica o psicologica. Non sempre l’ambiente che si frequenta è del tutto pronto ad accogliere situazioni e scelte di vita diverse. Riconoscere questo diritto agli studenti transgender equivale a riconoscere la loro realtà e a rispettare la persona.
Il problema di studenti omosessuali e trans che non riescono ad ambientarsi e lasciano gli studi è reale e denunciato continuamente dalle associazioni per i diritti dei gay. A Napoli già dal 2010 il Senato accademico decretava il rilascio di un duplicato del libretto «nel quale far riportare il nome scelto in relazione al genere a cui lo studente sente di appartenere». Ora anche a Pisa, Roma e Milano si sta discutendo di questa possibilità.
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