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Dottori si diventa, sempre di meno

Creato il 31 maggio 2011 da Simone D'Angelo @SimonDangel
In calo le immatricolazioni alle università italiane
Dottori si diventa, sempre di meno

Basta vedere i posti vuoti...

La crisi economica continua a mordere e a farne le spese sono anche i neo dottori, che sono sempre di meno e studiano sempre più spesso nell’ateneo vicino a casa. Negli ultimi 7 anni, infatti, le immatricolazioni sono calate di oltre il 13% producendo sempre meno laureati, situazione solo in parte compensata dalla crescita dei titoli universitari.

Un trend decrescente si verifica anche per quanto riguarda gli studenti che scelgono atenei fuori sede per conseguire il proprio titolo. Nel 2010 oltre il 51% ha concluso gli studi universitari presso un’università nella propria provincia di residenza.

Cresce, invece, il numero di laureati che decide di lasciare l’Italia per lavoro, un dato che si affianca alla storica mobilità studio – lavoro lungo la direttrice Sud – Nord. Ora si emigra anche dal Nord verso università all’estero . È radicata sempre più l’idea che conseguire una laurea presso atenei stranieri possa essere considerata, all’interno del curriculum, molto più vantaggiosa ai fini lavorativi che conseguire il titolo in una università nostrana.

È l’intero sistema universitario ad essere in difficoltà e sono molti coloro che predicano una riforma degli atenei basata sulla produttività più che sulle aspettative di un futuro lavoro. Inoltre le università italiane dovrebbero fare molto più rete con le aziende, soprattutto quelle del loro bacino di utenza. In questo modo si eviterebbe di considerare gli istituti universitari come dei surrogati del lavoro e parcheggiare gli studenti fino ai 30 anni e oltre.

Il recente rapporto del consorzio AlmaLaurea delinea nel dettaglio le diverse tipologie di laureati e un quadro abbastanza affidabile dell’università italiana. I laureati prima della riforma del 2004 conseguivano il titolo a 27,8 anni contro i 26,9 dei dottori 2010. La regolarità nel concludere gli studi negli anni previsti dagli ordinamenti, che era a livelli molto ridotti anche fra i laureati preriforma nel 2004 (15 laureati su 100), si è più che raddoppiata ed è raggiunta oggi complessivamente da 39 laureati su 100 (sino al 47,5% tra i laureati di secondo livello). Molti laureati sotto i 23 anni sono iscritti alla facoltà di Ingegneria, una branca universitaria che, per le particolari tipologie e la frequente richiesta di esperti, garantisce un sicuro sbocco occupazionale.

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