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Dove sono i popoli viola, i sindacati, gli indignados e i girotondini, oggi che servirebbero?

Creato il 18 maggio 2012 da Iljester

Dove sono i popoli viola, i sindacati, gli indignados e i girotondini, oggi che servirebbero?

Oggi volevo soffermarmi su una riflessione che ho iniziato a elaborare ieri, leggendo i diversi articoli che parlano del caos greco e del rischio che la Grecia fuoriesca dall’euro. Leggevo in particolare del fallimento del capo dello Stato greco di trovare una sintesi tra i partiti che hanno vinto le recenti elezioni per la formazione di un nuovo governo e della decisione di andare nuovamente a votare, tentando di confrontare quella realtà con la realtà italiana. La mia conclusione è stata paradossale: in Grecia, nonostante tutto, la democrazia funziona meglio che in Italia.

Seppure ne abbia già parlato diverse volte, lo ripeto: da noi vi è stato a novembre scorso un vergognoso golpe “bianco”, in cui è stato sostituito un capo del Governo eletto con un personaggio non eletto da nessuno e il cui curriculum ci porta diritti ai poteri forti, sia che questi siano europei, sia che siano americani, sia che siano mondiali. All’epoca la sinistra brindò, quasi avesse vinto le elezioni. La verità è che ci consegnò a un manipolo di “impiegati di banca” e professori universitari.

Ma di questo ne ho già parlato in altri post. Qui vorrei soffermarmi ancora una volta su quel popolo che tanto protestava all’epoca del Governo Berlusconi. E che ogni giorno quando non si ritrovava davanti al parlamento vestito di viola e con le bandiere comuniste svettanti, si ritrovava in qualche trasmissione orientata a comunicare il suo sdegno per la “dittatura” berlusconiana.

Ebbene mi chiedo: quel popolo dov’è oggi che in una dittatura ci siamo sul serio? Dove sono andati a finire i viola, i girotondini, i femminismi antiberlusconiani, gli indignados, i sindacati comunisti, i difensori della libertà di opinione e di stampa (a proposito leggete l’ultima di Saviano). Dove sono andati a finire? Oggi viviamo in un’autentica dittatura “bianca”, dove i processi democratici sono stati sospesi o annacquati in una crisi che solo di riflesso colpisce l’economia reale, ma che direttamente colpisce la speculazione sul nostro debito. Dove sono andati a finire? Non sento in Tv Saviano, Fazio e Santoro che se la prendono con l’attuale Governo, i Poteri Forti bancari ed Equitalia che vessa i cittadini. Non sento più proteste da Amnesty International né dall’Economist né tantomeno dall’ONU o da altri papponi istituzionali nazionali e/o internazionali che con Berlusconi sindacavano anche le sue scoregge. Non sento parlare di uno spread alle stelle perché il Governo è inetto e non è stato capace di riportalo a livelli accettabili. Non sento né vedo più Di Pietro — ieri in prima linea contro il Governo Berlusconi — che organizza proteste di massa e tam tam telematici per far cadere Monti. Repubblica poi ha finito le domande e l’Unità ormai è diventato un giornale del regime dei professori.

Insomma, pare che oggi — nonostante l’Italia sia peggiorata istituzionalmente, economicamente e socialmente — i grandi “democratici”, quelli che la democrazia la vedono in pericolo solo e se a vincere le elezioni sia il loro avversario politico, siano soddisfatti di un Governo che sta agli antipodi della democrazia, guidato peraltro da un membro di Bilderberg e della Commissione Trilaterale (che per inciso non sono considerate “aziende” dall’antitrust e dunque non sono generatrici di conflitti di interesse). Tanto che gli si perdona tutto, anche quando opera a favore di Banche e Assicurazioni (esenzioni IMU per le Fondazioni), anche quando propone tutele previdenziali a favore dei manager pubblici percettori di stipendi d’oro. Anche quando vessa i cittadini e lo spread sale alle stelle (ah, ma la colpa dello Spread alle stelle era di Berlusconi. Ricordate?) e impone all’Italia il Fiscal Compact, svuotando definitivamente la nostra sovranità economico-monetaria.

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Questa verità mi induce a ritenere che in Italia la realtà sia peggiore di quanto si potrebbe immaginare dal punto di vista della democrazia e della libertà. Coloro che protestavano all’epoca del Governo Berlusconi si sono dimostrati solo dei banali automi teleguidati dagli stessi poteri forti che oggi governano il nostro paese. Sono stati dei manichini, delle comparse non pensanti, dei protestanti professionisti, degli agitprop messi lì per destabilizzare e rendere un’immagine del nostro paese e del suo Governo legittimo (in quanto votato) ridicola, affinché poi fossero quegli stessi poteri i legittimati a prendere le redini del nostro popolo. E alla fine ci sono riusciti.

Vedete, fa una pena immensa rivedere le immagini di Bersani e Bindi che festeggiano le dimissioni di Berlusconi. Fa una pena immensa perché questi due personaggi brindavano alla sospensione e al calpestamento della democrazia e della Costituzione. Loro che con Berlusconi si riempivano la bocca (a sproposito) di difesa della democrazia e di rispetto della Costituzione. Forse ne furono consapevoli o forse no. In entrambi i casi, quelle immagini e quei video tradiscono a che livello di bassezze e ipocrisie sono capaci i sinistri pur di vivere e/o vincere in una democrazia castrata. E la nostra è una democrazia castrata, quando non è.

di Martino © 2012 Il Jester 


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