Iniziato il periodo di alta volatilità
Vola Du Pont sull’ipotesi di uno smembramento della società, bene anche Home Depot e Pfizer. In calo il comparto petrolifero. Sul Nasdaq crolla Adobe.
Avevamo anticipato che con l’annuncio delle decisioni prese dal FOMC la volatilità si sarebbe impennata, certo, non era una previsione difficile, ma effettivamente dalle 20:00, ora italiana, la Borsa americana è stata vietata ai deboli di cuore.
Guardando ai fixing si potrebbe addirittura pensare ad una seduta “normale”, quasi noiosa, i tre principali indici di Borsa statunitensi, infatti, hanno fatto segnare al termine delle contrattazioni rialzi risibili, ma vediamo come si è arrivati a questo risultato.
Partenza positiva, poi una lunga fase di distribuzione che portava gli indici ad azzerare i guadagno quando mancava circa mezz’ora all’appuntamento con le decisioni del FOMC, a quel punto, improvvisamente tornavano con una certa consistenza gli acquisti, come se il mercato “scommettesse” su buone notizie in arrivo da mamma Fed, sempre prodiga nei confronti dei suoi figli, gli investitori.
Ed arrivava così l’ora X, il primo impatto era quasi traumatico, il Dow Jones perdeva subito 55 punti, così velocemente come li aveva persi, però, li riguadagnava e con gli interessi (+85 punti), seguiva una sosta (dopo emozioni così intense ci voleva) e quindi ecco la seconda ondata, il Dow Jones si inerpicava verso vette inviolate, superava per la prima volta nella sua lunga vita i 17.200 punti, e stabiliva il massimo assoluto intraday a quota 17.221,10 punti.
Ed ecco l’ultimo colpo di scena, mancavano solo tre quarti d’ora alla fine delle contrattazioni e tutto lasciava pensare che gli indici statunitensi potessero ancora salire, quando, invece, a sorpresa, cambiano direzione e da quel momento, seppur con qualche tentativo di ripresa, sono state le vendite a prevalere. Fixing a 17.156,80 nuovo record storico per il Dow Jones, ma ad una grande distanza dal massimo intraday (64,3 punti).
Domani il referendum in Scozia, ed il giorno seguente le scadenze tecniche, prepariamoci ancora alle montagne russe.
Se al fixing non abbiamo avuto variazioni rilevanti per gli indici di Borsa la stessa cosa non si può dire per quanto riguarda il mercato valutario.
Ore 20:00, il cambio EurUsd perde di botto 70 punti base e da 1,297 crolla ad 1,290, poi un tentativo di recupero che in una mezz’ora riporta il cross a 1,2945 ma a quel punto la nuova inversione che, stavolta, risulta definitiva, ed a fine giornata bastano 1,286 dollari per avere un euro. Siamo in vista dei minimi relativi toccati nel marzo 2013, poi i livelli scendono ulteriormente prima verso quota 1,23 e poi 1,20. Stiamo a vedere.
Dow Jones (+0,14%) vola letteralmente E.I. Du Pont (+5,20%), sembra che il conglomerato si scinda in due entità. Aumenti molto più contenuti per Home Depot (+1,05%) e Pfizer (+1,00%)
Sul fondo Caterpillar (-0,83%), Visa (-0,81%) e Microsoft (-0,51%).
S&P500 (+0,13%) nelle prime tre posizioni della classifica odierna tre titoli che ritoccano ancora una volta il proprio record storico, si tratta di Fedex (+3,27%), Norfolk Southern (+2,38%) ed Abbvie (+1,74%).
Sul fondo il comparto petrolifero, National Oilwell (-1,75%), Schlumberger (-1,57%) e Halliburton Co. (-1,56%).
Nasdaq (+0,21%) cerca di recuperare Whole Foods Markets (+3,12%), altra ottima performance per Illumina (+2,30%), quindi rimbalza Wynn Resorts (+1,80%).
Brusco ribasso per Adobe Systems (-4,85%) a seguito di un profit warning sul trimestre in corso, ancora un fortissimo storno per Activision Blizzard (-3,47%) nonostante le ottime vendite di “Destiny” ed in calo anche Catamaran Corp. (-1,85%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro