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Dr Martens invaders!

Creato il 25 settembre 2014 da Maria Grazia @MGraziaPiem

Dr Martens invaders!

Questo è il racconto di un pomeriggio di shopping cominciato con la tipica frenesia che precede l’acquisto di un paio di scarpe e finito con la lacrimuccia su un sorriso nostalgico.

Non so se l’avete notato: vetrine e strade sono invase dalle Dr Martens e dalle eterni rivali, le Cult. Gli adolescenti di oggi sfoggiano queste calzature con la convinzione tipica di chi è assolutamente certo di essere strafigo. Sappiate, cari ragazzi, che questi boots (Carla Gozzi sarebbe fiera di me) sono un’icona degli anni ’80 e ’90 anche se il Dr Klaus Maertens ha inventato l’inconfondibile suola nel 1943, dopo aver subìto un incidente al piede. Cose che capitavano durante la Seconda guerra mondiale. E oggi, cari ragazzi, dovete ringraziare la moda che vi consente di sfoggiarle perché sì, ha deciso così.

C’è stato un tempo in cui anch’io ero adolescente, succedeva alla metà degli anni ’90. In piena tempesta adolescenziale ero talmente proiettata all’età adulta che nell’estate del ’96 decisi di andare a lavorare come cameriera invece di bruciare al sole che, da sempre, o mi ustiona o mi salta a pie’ pari. Ricordo che i miei genitori mi guardavano con orgoglio misto a preoccupazione. Niente paura, semplicemente davo ascolto all’altezzosa consumatrice che stava nascendo in me: volevo le Cult e le volevo con i miei risparmi. Quando si dice la grande maturità adolescenziale.
Con parte del mio primo stipendio, andai a comprare le Cult insieme a mia madre che non capiva ma accettava. Ne scelsi un paio alto, color bordeaux e di pelle marmorizzata. Ero felice e fiera di tornare al liceo con il passo stiloso e da dura che non deve chiedere mai. Ben presto, però, la gioia lasciò posto alla fatica e al dolore alle caviglie costrette a sollevare 4kg, 2kg a scarpa.

Da allora, quelle mie prime e uniche Cult sono inghiottite dal buco nero di un ripostiglio senza fondo. Ancora oggi, mia madre a volte mi chiede quando me ne libererò. È la prova che la mia adolescenza ha traumatizzato anche lei. Come la volpe dice che l’uva è acerba così io, dall’estate del ’96, dico che quelle scarpe sono troppo massicce per una tipa come me più a suo agio con Lady Jane, magari Camper. Ovviamente, è una cazzata. Riconosco, però, che ci sono persone che indossano le Dr Martens e le Cult con classe e disinvoltura e, intendiamoci, non sono le stesse persone che vestono mocassini e ballerine.
Questa geniale intuizione l’ho avuta ieri quando, attorniata da Cult e Dr Martens, all’improvviso ho avuto voglia di riprovarci: sono entrata in un negozio e ne ho indossato un paio bordeaux e di pelle marmorizzata. Oh, da certi errori non si impara. In quell’istante si è materializzato ai miei piedi l’effetto pagliaccio-di-piombo, lo stesso che ho incontrato 17 anni fa con le Cult.

Così, ho sorriso alla commessa, alle vetrine e agli adolescenti di Bari e mi sono arresa: l’invasione di Dr Martens e Cult è in fermento, ma la mia scarpiera è salva. Almeno per questa settimana.


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